Aperta la Porta santa al Bambino Gesù di Palidoro: misericordia, tenerezza e speranza

Da oggi, ha detto monsignor Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina, durante la celebrazione di apertura, “la cappella dell’ospedale sarà

“una casa di misericordia per tutti, un luogo di speranza per i piccoli e uno spazio di consolazione per tutte le famiglie che accanto ai loro figli passano anche lunghe degenze”.

E non solo: sarà inoltre “un segno di tenerezza della Chiesa nel territorio dove ricevere il dono giubilare e riconoscere il volto materno di Dio, che abbraccia ogni nostra fragilità e ci chiede di essere vicini ai malati, come il samaritano del Vangelo”.
La cerimonia ha preso il via con una processione snodatasi tra l’area ricreativa “Castello dei sogni”, affollata di piccoli pazienti con le loro famiglie, da medici, paramedici e sacerdoti, per raggiungere la Porta santa incorniciata da rami d’ abete, pungitopo e rose bianche e presidiata dal picchetto d’onore dei carabinieri del Comando stazione di Ladispoli – Compagnia di Civitavecchia. E a portare la croce processionale è un medico, l’oculista oncologo Antonino Romanzo.

Palpabile l’emozione sui volti dei genitori e nei loro gesti, carezze e furtivi abbracci a bambini apparentemente inconsapevoli, piccoli pazienti in terapia intensiva e riabilitativa portati in carrozzina, ma forse a modo loro attenti e partecipi.
Il clima dice la cura e la preparazione per un evento molto atteso:

“Ne combino tante, litigo sempre con il mio amichetto, poi facciamo pace con l’aiuto di Dio”,

scrive Giulio, 8 anni, in uno dei pensieri consegnati alla giornata. Ginevra, 12 anni, si rivolge a chi è costretto a lasciare la sua terra:

“Sei di un altro Paese, ma sei mio fratello e io ti accolgo e ti aiuto”.
Un’attesa animata dal cappellano, don Felice Riva, mentre le educatrici della ludoteca, le maestre della “Scuola in ospedale” e una mamma “artista” hanno aiutato i piccoli a realizzare tre grandi quadri raffiguranti episodi evangelici della misericordia e un piccolo presepe benedetti da mons. Reali.
“Signore, facci tenere spalancata la porta del nostro cuore”.

Con questa invocazione il vescovo conclude l’omelia. Prima della celebrazione eucaristica, un medico ha bussato con un martelletto sulla Porta santa della cappella ancora chiusa, un bambino ha dato una piccola spinta con la mano e, dopo la preghiera, mons. Reali ha proceduto all’apertura.
Tra i bimbi presenti in cappella, Lapo, un piccolo di due anni affetto da tetraparesi che ha ricevuto il battesimo.
“Il Signore vuole che camminiamo e ha pazienza per il popolo che cammina; un cammino compiuto nel segno della precarietà ma nel quale il Signore ci sostiene”, assicura mons. Reali richiamando la catechesi di Papa Francesco all’udienza generale di ieri e sottolineando che “la Porta è Gesù”.
Per la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc,

“aprire una Porta santa in una periferia di Roma, non in un luogo centrale, dove c’è un’umanità bisognosa di tenerezza, misericordia e speranza è un gesto importante che crea speranza”.

La speranza, ha proseguito nel suo saluto, “è la forza che permette ai bambini malati e alle famiglie di continuare a vivere, e a chi li cura di continuare a lavorare”, ed anche se non sempre è possibile guarire, “sempre si può e si deve curare”. “Per me – ha concluso – passare la Porta santa è anche chiedere che questo ospedale viva ogni giorno l’Anno santo con un cuore nuovo”. Al saluto della presidente sono seguiti la lettura delle poesie di due dipendenti dell’ospedale: “Ed è qui…” dell’infermiera Carla Staffieri, e “Le due porte” del fisioterapista Michelangelo Razzino, e il canto “Tanti auguri a te” dedicato a Papa Francesco che oggi compie 79 anni. La Porta del Bambino Gesù è stata designata da mons. Reali come Porta santa della diocesi insieme a quelle della chiesa cattedrale a La Storta, del Santuario della Madonna di Ceri e della cappella dell’aeroporto “Leonardo da Vinci” di Fiumicino che verrà aperta domenica prossima, 20 dicembre.