L’intuizione delle «Comunità Laudato si’», che il vescovo Pompili ha ideato insieme al fondatore di Slow Food Carlo Petrini, costituiscono un esempio di come, sulle tematiche di una corretta visione “economica ed ecologica”, la comunità cristiana possa essere fare opera di significativo “sale” della realtà umana, mettendo insieme credenti e non credenti attorno ad attenzioni ed obiettivi comuni.
Su questo si sono confrontati i portavoce di tre delle Comunità nate finora, due del territorio reatino, una della zona dei Castelli Romani. La tavola rotonda, moderata dalla giornalista Licia Colò (che su Tv 2000 come su Famiglia Cristiana dedica tanta della sua attività informativa proprio alle tematiche legate all’ambiente), ha visto intervenire il rappresentante della prima Comunità nata a Rieti città, Virgilio Paolucci, insieme a Marcella Costagliola, della Comunità Laudato si’ di Genzano e Castel Gandolfo, e poi Luigi Russo, direttore della Riserva Naturale dei Monti Navegna e Cervia, ente civile in seno al quale si è costituita nel luglio scorso un’altra Comunità.
“Rieti 1” si chiama la Comunità creatasi presso una bella realtà di volontariato ospitata in una struttura ecclesiastica: il Centro Sant’Eusanio, che nell’ex canonica di Porta d’Arce vede impegnata l’associazione Loco Motiva nel portare avanti tante attività di tipo didattico, ricreativo e culturale con i ragazzi autistici o affetti da dislessia.
A queste attività la creazione della Comunità Laudato si’ ha dato, con la riflessione sui temi cari all’enciclica, una bella “coloritura” di tipo ambientale, come racconta Virgilio: ad esempio, il favorire un mezzo decisamente ecologico come la bicicletta, impegnando i ragazzi del Centro nella riparazione di biciclette, o nella sistemazione dei percorsi del Cammino di Francesco.
«In provincia di Rieti vent’anni fa c’erano solo una decina alunni con autismo – racconta Virgilio -, adesso solo in città di Rieti se ne contano 49: sicuramente una causa nell’ambiente, nel feto qualcosa succede!».
Marcella Costagliola spiega come la Comunità sia anche occasione di integrazione: «sono Comunità affettive, siamo persone provenienti da contesti ecclesiali e non ecclesiali, non ci conoscevamo. In realtà su certi temi differenze non ci sono, c’è una sensibilità comune. Una comunità di suore ha riconvertito gli spazi usati per l’accoglienza a favore di progetti come l’inserimento lavorativo di rifugiati con Sprar, verso una start-up in cui questi ragazzi possano continuare con le loro gambe in una realtà lavorativa integrata con persone del luogo»
Luigi Russo, direttore della Riserva naturale Monti Navegna e Cervia, ha spiegato come la decisione di aderire al progetto promosso da Chiesa di Rieti e Slow Food sia quasi venuto da sé.
«Abbiamo deciso di valorizzare l’enciclica come elemento guida per la gestione del nostro ente. Un messaggio del fare: la Comunità della Riserva diventa così Laudato si’, anche per far crescere nei cittadini del territorio la consapevolezza ambientale. Abbiamo esempi di comuni che hanno messo al bando la plastica. E l’intenzione comune è anche quella di dialogare con le parrocchie per avviare discorsi su queste problematiche e riflettere insieme sull’enciclica».