«Se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria». Sono le parole di Paolo su quella “sapienza misteriosa”, nel brano della prima epistola ai Corinzi proclamato come lettura breve, a offrire lo spunto per la meditazione finale di monsignor Pompili. Al vespro che conclude il primo giorno dell’Incontro pastorale a Contigliano il vescovo sottolinea come in questa “mancata sapienza” degli uomini si debba intravvedere anche il comportamento tutt’altro che virtuoso che si è mostrato nei confronti del creato e della stessa umanità, vittima di un’economia lontana da quel “custodire e coltivare” che è il disegno di Dio creatore.
Uno sviluppo secondo la divina sapienza chiede invece, ha detto il vescovo, la capacità di agire dare a tutti la possibilità di vita e di sviluppo, ricordando che la terra è la casa comune e a nessuno è concesso di abusare dei doni di Dio. Ecco allora l’importanza, come Chiesa, di una evangelizzazione che non trascuri questa attenzione alla realtà dell’uomo e della natura: una evangelizzazione, come avevano già intuito cinquant’anni fa i vescovi italiani nel primo progetto pastorale, che incroci la promozione umana, perché altrimenti quello che noi diciamo e facciamo «non serve a nulla, non cambia le cose», ha detto il vescovo Domenico. Ma anche il contrario: «promozione umana che sia evangelizzazione, che sappia annunciare Dio creatore».