“Famiglia sì famiglia no” è il titolo della conversazione, semplice ma densa di contenuto, che Anna Pia Viola propone nel primo pomeriggio del Festival francescano. In largo San Giorgio, introdotto da padre Marcello Bonfante, il primo momento di riflessione sul tema familiare che costituisce lo sfondo contenutistico di questa prima edizione reatina del Festival.
Anna Pia, terziaria, docente alla Facoltà teologica di Sicilia, autrice di articoli in diverse pubblicazioni francescane, aiuta i presenti a riflettere sul senso dell’essere famiglia in una società totalmente trasformata. Aiutando a cogliere il valore profondo di quei legami che non sono più quelli di una volta, facendo attenzione a non idealizzare la famiglia appunto “di una volta” come si fosse trattato del massimo della positività, dato che ombre ve ne erano anche allora.
Oggi, ha sottolineato la teologa, costituire una famiglia non è più un dato scontato e automatico come di fatto lo era un tempo: è frutto di una scelta precisa, e a questa scelta occorre educare i giovani. Partendo sempre dal dato biblico di fondo: la creazione dell’uomo e della donna. Per Adam, secondo la Genesi, Dio creò un essere che “gli corrispondesse”: “corrispondere”, ossia “rispondere contro”. Non due soggetti uguali, ma due soggetti diversi che si incontrino (“incontro”, altro termine che contiene quel “contro” che non va letto opposizione ma come relazione tra alterità). La famiglia è la realtà in cui si mettono insieme le diversità. Questa la logica a cui vanno ricondotte anche le crisi, le problematiche e le difficoltà che se non ci fossero non sarebbe, appunto, una costruzione di relazioni tra soggetti diversi.