Acqua Pubblica: una grande mobilitazione a settembre

Il movimento per l’acqua con decine di attivisti impone la discussione in Aula – nella prima decade di settembre – della proposta di legge sugli ambiti di bacino idrografico. L’Assessore Refrigeri si rifiuta di escludere esplicitamente l’ipotesi di ATO unico che consegna l’acqua del Lazio ad ACEA.

I comitati del Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio (oltre 70 persone, tra i quali anche una delegazione reatina composta da rappresentanti di Postribù, Sabina in Movimento 5 Stelle, Rieti Virtuosa e Cittadinanzattiva) assieme a diversi amministratori comunali, hanno avuto un incontro con il Presidente del Consiglio regionale D. Leodori, con il Presidente della Commissione Ambiente E. Panunzi, con l’Assessore all’Ambiente Fabio Refrigeri e con diversi consiglieri regionali.

Obiettivo dell’incontro, spiegano dal Coordinamento, era «ottenere una data per la discussione in Aula della proposta di legge sugli Ambiti di Bacino Idrografico (n. 238 /2015), con cui 10 consiglieri raccolsero la proposta elaborata dal Coordinamento Regionale per l’Acqua Pubblica. L’incontro, a sua volta era il frutto dell’iniziativa del 2 luglio con cui i comitati hanno ottenuto il riavvio dell’interlocuzione, dopo aver minacciato l’occupazione dell’aula consigliare. Contestualmente, in quell’occasione l’Assessore Refrigeri prese l’impegno, per conto della Giunta, a produrre una propria proposta di definizione degli ambiti quantomeno entro l’incontro del 20/07, promessa puntualmente non mantenuta».

«La discussione di oltre due ore si è dovuta far strada attraverso diverse e numerose proposte dilatorie – a base di incontri tecnici multilaterali – fino a che il Presidente Leodori non ha preso l’impegno di portare in Aula nella prima decade di settembre la proposta di legge n. 238. L’Assessore Refrigeri – aggiungono dal Coordinamento – sollecitato più e più volte non è stato in grado di esprimersi in merito all’orientamento della Giunta sulla definizione degli ambiti. In realtà la domanda reiterata a più voci è assai semplice, addirittura elementare: l’Assessore all’ambiente, la Giunta nel suo complesso escludono l’ipotesi dell’ATO unico per la Regione Lazio? L’eroico Assessore ha resistito, ha tenuto il punto e non si è espresso negando l’ipotesi di arrivare al commissariamento della Regione dopo la scadenza del 30 settembre imposta dallo Sblocca Italia, in assenza per allora di una proposta regionale sugli ambiti».

«Si è prospettata per l’ennesima volta la produzione del progetto della Giunta sugli ambiti prima della pausa estiva, ormai con scarsa o nessuna credibilità. I comitati restano comunque in attesa e nel caso si riservano di accettare un incontro a seconda della natura dell’eventuale proposta». I comitati del Coordinamento Regionale Acqua Pubblica Lazio ricordano che «si è arrivati a questo incontro, dopo oltre un anno di incontri, e dopo aver superato la scadenza di dicembre 2014 del periodo previsto dalla legge 2014/5 per l’emissione delle norme attuative. Il Presidente del Consiglio regionale ha dichiarato di essere stato investito della questione solo dal 2 luglio scorso, dopo un anno di confronto tra movimento dell’acqua, Assessore e Commissione Ambiente: ciò illumina il funzionamento reale dell’istituzione regionale. Peraltro, ciò è avvenuto solo per l’azione diretta dei comitati».

«Se entro settembre non viene approvata una proposta sugli ambiti – sottolineano gli attivisti – la Regione rischia di essere commissariata con la probabile creazione di un unico ambito regionale, con la conseguenza automatica dell’affidamento ad ACEA S.p.A. della gestione di tutto il sistema idrico a livello regionale. Ricordiamo come sia sul tavolo il progetto del Governo di arrivare all’unificazione della gestione dell’acqua a livello regionale, con la concentrazione in mano ad ACEA di tutti i sistemi idrici dell’area centro-tirrenica. In quel modello di governo verrebbe pienamente realizzata l’appropriazione privata dell’acqua bene comune, con la definitiva esclusione dei cittadini e degli enti locali dalla sua gestione. Unico sostanziale ostacolo a questo progetto è la legge n. 5 della Regione Lazio, specchio fedele della legge di iniziativa popolare presentata a livello nazionale. Dispositivo fondamentale per abbattere quest’ultimo ostacolo è l’ATO unico regionale. Non è un caso che voci ricorrenti parlino della volontà della Giunta e dell’Amministrazione Zingaretti di proporre l’ATO unico».

«Possiamo definire questo passaggio – con termine ricorrente nelle cronache politiche – come un colpo di stato istituzionale. Si sancirebbe così il definitivo e totale distacco dell’azione di Governo dalla volontà popolare, reiterata nella nostra regione, dopo il referendum nazionale, con la legge di iniziativa popolare. Non daremo tregua e riposo in questa estate rovente a chi vuole espropriare i cittadini, le comunità ed i territori dell’acqua e della democrazia. In questa Regione l’uso del governo e dell’amministrazione per favorire interessi privati, l’espropriazione progressiva del pubblico di risorse e poteri di governo ha prodotto il collasso del funzionamento democratico che sarebbe riduttivo addossare ad una semplice trama corruttiva. Un sistema di governo al collasso, delegittimato a livello metropolitano e regionale ricerca un suo nuovo asse di potere nella concentrazione finanziaria in ACEA del sistema di gestione dell’acqua e dei pubblici servizi in generale, dall’energia ai rifiuti» accusano i Comitati per l’Acqua Pubblica, che per le prossime settimane chiamano «a mobilitarsi non solo il movimento per l’acqua, ma tutti i movimenti sociali e di lotta della regione, in un’azione di denuncia in ogni occasione possibile dei fautori dell’affermazione di ACEA come nuovo centro di potere a partire dal suo monopolio sull’acqua. Chiamiamo ad una grande mobilitazione a settembre quando il consiglio regionale discuterà della nostra proposta sugli ambiti, contro ogni proposta di ATO unico o di rinvio delle decisioni sino al definitivo commissariamento».