Mons. Pompili sul “gender”: «si allenta ogni differenza perché esiste solo l’io»

Approfondendo il logoramento della famiglia durante il convegno internazionale sul tema che si è volto il 25 settembre presso il Salone Papale del Vescovado di Rieti, il vescovo Pompili ha rintracciato «la madre di tutte le nostre depressioni» nel «voler fare tutto da soli, staccati dall’altro e possibilmente a sua insaputa».

«Le conseguenze sono inevitabili – ha aggiunto don Domenico – impercettibilmente si allenta ogni differenza perché esiste solo l’io. Un narciso che si specchia nell’immagine di se stesso. Viene così meno anche la differenza sessuale e pure quella generazionale. La differenza tra maschio e femmina finisce col diventare irrilevante».

«Qui si inserisce la questione del gender» ha sottolineato il vescovo: «si arriva a disconoscere il significato del dato naturale e biologico, lasciato alla libera e mutevole interpretazione», ma «il vacillare delle identità sessuali non è privo di effetti»: dalla incerta assegnazione del rispettivo ruolo, deriva una mancanza di sicurezza, una sorta di indecisione, di annebbiamento, di illegittimità di fondo. «Prima si riconosceva solo il dato naturale dimenticando quello culturale, oggi si sceglie il dato culturale cancellando quello naturale. Ci sarà – domanda il vescovo – la possibilità di non dissociare la realtà che è una e ricca nella sua complessità?»