Una figura politica all’anticorruzione?

«Qualche settimana sostenemmo che chi aspirava ad un posto di lavoro al Comune di Rieti non doveva passare attraverso un concorso pubblico e dimostrare di avere i requisiti per vincerlo, ma era sufficiente svolgere un periodo di volontario gratuito.

Poi la nota vicenda che ha visto protagonisti il Dott. Aragona e la D.ssa Silveri e soprattutto le magistrali giustificazioni addotte dal Sindaco circa la tipologia dell’incarico affidato alla consulente (volontaria, collaboratrice gratuita ed infine donatrice) avevano fatto storcere il naso a più d’uno.

Finalmente l’intrigo si era risolto con l’inserimento della stessa nello staff del Sindaco fino a settembre 2014 con la qualifica di Funzionaria D3, il tutto ovviamente senza selezione.

Il bello, però, doveva ancora arrivare e con la pubblicazione della determina n° 2113 del 12 dicembre scorso, si è di fatto avuta ancora l’ulteriore dimostrazione della sindrome d’onnipotenza di cui pensa essere incensata la segretaria generale.

Con tale determina vengono nominati tre dirigenti comunali quali referenti per l’attuazione del Piano anticorruzione, ufficio previsto in pianta organica, e viene costituita una cabina di regia per supportare ed assistere il responsabile dell’anticorruzione, ossia l’attuale segretaria generale, vale a dire colei che nomina.

Un cittadino curioso potrebbe domandarsi: “chi ne fa parte di questa cabina di regia?” Ma ovviamente la D.ssa Silveri!

Non ce ne voglia la dottoressa volontaria; nulla di personale nei suoi confronti, ma è ormai chiaro che l’idea che ispira la politica del personale di questa Amministrazione è “per gli amici la legge si interpreta, per gli altri si applica!”.

Al di là di questo, più di una domanda crediamo, invece, vada posta a chi dovrebbe garantire l’imparzialità dell’agire amministrativo.

Infatti, se non si fosse troppo impegnati a“trovare adeguata sistemazione” così da poter giustificare i 40 mila euro annui lordi che la fortunata ex volontaria, ora art. 90, costa alle tasche dei cittadini, si potrebbe capire quale altro strafalcione si è commesso e, magari, porvi rimedio.

La legge anticorruzione, entrata in vigore il 28 novembre 2012, individua nella persona del segretario generale il responsabile della corruzione, salvo diversa e motivata determinazione che non può ravvisarsi in elementi di carattere soggettivo ma solo in una motivazione di carattere oggettivo/organizzativo che può giustificare l’utilizzo dell’ipotesi eccezionale del ricorso ad altro/i dirigente/i.

Il fondamento della norma è da ravvisarsi nel fatto che ogni dirigente è il referente per l’anticorruzione limitatamente al proprio ufficio e ai dipendenti che coordina e, pertanto, non si capisce come mai la Segretaria Generale con la determina citata sceglie solo tre dirigenti ed esclude a priori gli altri.

E’ come dire che tutti gli altri possono fare ciò che vogliono.

Altra stranezza, altrettanto evidente, è che uno dei settori più attenzionati dalla legge anticorruzione è proprio il rapporto tra la politica e l’amministrazione.

L’amministrazione Petrangeli per raggiungere tale obiettivo, cosa fà?

All’interno di un nuovo ufficio (la cabina di regia) che apprendiamo essere stato istituito per l’occasione, con un motu proprio, dalla D.ssa Iovinella, nomina un art. 90 e quindi un “prodotto della politica” al fine di predisporre proprio il piano anticorruzione che ha appunto lo scopo di osservare i rapporti tra i due ambienti.

Forse siamo ormai alla follia istituzionale».

Lo dichiarano il consigliere comunale Andrea Sebastiani della Lista Civica Rieti che Sviluppa e il consigliere comunale David Festuccia della Lista Civica Città Nuove.