Comunità Laudato si'

Suor Smerilli al Forum delle Comunità Laudato si’: «il rapporto tra società e ambiente cambia le sorti del pianeta»

L'economista suor Alessandra Smerilli è intervenuta ad Amatrice sul legame tra giustizia, ecologia e problemi economici al secondo Forum internazionale delle Comunità Laudato si'

Non si sono messi d’accordo con Mancuso, ma anche lei è partita da un esempio calzante della storia dell’umanità che dimostra come il consumo di tutte le risorse abbia determinato la fine di una civiltà: l’esempio dell’isola di Pasqua. Suor Alessandra Smerilli, nella seconda relazione della sessione mattutina del forum delle Comunità Laudato si’ ad Amatrice, ricorda come «il filo rosso che lega tutte le civiltà è data dagli aspetti ecologici». E che quelle che non hanno saputo far bene i conti con essi hanno fatto brutte fini… Appunto il caso dell’isola di Pasqua: una situazione che «in pochi anni ha portato all’estinzione degli abitanti dell’isola a causa della perdita di materie prime, fonti alimentari e produzione agricola». Il motivo l’economista salesiana lo spiega: «In essa 12 clan diversi facevano a gara nel costruire statue in pietra per ingraziarsi gli dei. Per costruirle dovevano trasportare grossi massi e quindi necessitavano di imbarcazioni e binari di trasporto, con utilizzo di grandi quantità di legnami. Risultato: tutti i suoi alberi sono stati tagliati» e dire fine degli alberi significa dire fine di una civiltà.

Ed è quello che si rischia oggi con l’intera civiltà umana. Si pensi all’Amazzonia e non solo. «Il problema non è il taglio dell’ultimo albero, ma perché troppo tardi ci rendiamo conto del problema».

In un discorso di economia le cose sembrano tragiche, perché tutti vogliono pascolare le proprie pecore: «Nessuno tende da solo a limitarsi pensando che se non porterà lui le pecore al pascolo lo farà qualcun altro. Ma se tutti ragioniamo allo stesso modo si arriverà presto all’esaurimento del pascolo. Man mano che ci si rende conto del problema la corsa non si arresterà, anzi aumenterà ancora più perché tutti avranno paura di rimanere senza».

Possibile ragionare, in termini economici, in modo diverso. La suora parte da una costatazione: «Sicuramente l’economia non ha mai fatto i conti con il limite, se non di bilancio. Però ora la questione del limite comincia a farsi strada». Ci si comincia a rendere conto che, in uno sfruttamento intensivo delle risorse, alla fine «iI vantaggi sono per pochi, i danni sono per tutti».
Che cosa possiamo fare noi in concreto? «Innanzitutto comprendere quanta parte abbiamo e quanto siamo complici. Quando diamo colpa a un’economia che uccide siamo consapevoli che non siamo altro da quell’economia? Quando diamo le colpe alle multinazionali sappiamo che siamo noi che alimentiamo i loro sistemi di consumo diventandone complici? Quando acquistiamo le merci senza guardare siamo complici di un’economia che uccide. Quando non siamo attenti a come sono usati i prodotti finanziari, siamo complici di un sistema che favorisce i predatori». Da invocare certamente delle regole nuove e chiare, ma la responsabilità personale di ciascuno resta: «ogni volta che facciamo un acquisto stiamo votando con i nostri soldi».
Una speranza viene davvero dalle giovani generazioni, come riferisce la religiosa che tanto gira in Italia per parlare di queste tematiche: «Girando nelle scuole, vedo che i ragazzi, a differenza degli adulti, che ascoltano attenti ma alla fin fine ti dicono “su questo ti sentiremo un’altra volta”, si mettono in discussione e chiedono che cosa possono fare e iniziano a farlo».

Si dice, conclude suor Smerilli, «che san Benedetto, con il saper fondare un positivo rapporto tra società e ambiente, ha cambiato le sorti del pianeta e adesso stiamo aspettando un altro san Benedetto. Forse questi nuovi san Benedetto sono in mezzo a noi nelle Comunità Laudato si’»: ma il progetto di queste comunità, è l’appello finale della relatrice, «avrà successo se riuscirà a farlo insieme ai ragazzi, in mezzo a loro».