Coronavirus

Stop a spostamenti tra Regioni (tutte) dal 21 dicembre al 6 gennaio

Il 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio vietati anche gli spostamenti tra un Comune e un altro. Nessuna eccezione festiva al coprifuoco alle 22. Superiori a scuola dal 7 gennaio in presenza al 50%

E venne il giorno del Dpcm. Dopo un nuovo slittamento (il varo era atteso per mercoledì sera) stamattina si dovranno sciogliere gli ultimi nodi nella maggioranza. Il format che il governo mette in campo è un giallo “rafforzato” su tutto il territorio nazionale come obiettivo da raggiungere entro le Feste. I dati di giornata autorizzano a sperarlo. Il Natale sarà strettamente formato famiglia. Spostamenti, come si era già detto, solo per raggiungere il luogo di residenza. Nessuna eccezione festiva al coprifuoco alle 22, anzi proprio in occasione dei giorni di festa ci sarà più impegno a far rispettare i divieti, e anche le celebrazioni della notte di Natale, alla luce dell’impegno assunto dalla Cei, si uniformeranno a quest’esigenza. Inoltre a San Silvestro il coprifuoco andrà dalle 22 alle 7 del mattino del primo gennaio 2021.

La novità, però, che Italia Viva pubblicizza come una sua «vittoria», è l’apertura dei ristoranti a Natale, Santo Stefano e Capodanno, ma solo a pranzo.

Restano i nodi degli anziani soli, che si vorrebbe includere fra i casi di stretta necessità che autorizzano agli spostamenti, ma il se e il come sono al centro di un’ultima trattativa. Inoltre Italia Viva, questa volta con il Pd, considera eccessivo il divieto di spostamento anche fra Comuni introdotto per Natale e Capodanno. «Questa estate si era detto che il virus aveva perso forza, ed ecco i risultati», ha detto il ministro Roberto Speranza, chiedendo di «non abbassare l’attenzione a Natale per evitare altre chiusure, con la terza ondata ». L’obiettivo, ha confermato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, è «riportare al giallo» tutte le Regioni per Natale.

Gli spostamenti fra Regioni finalizzati strettamente ai ricongiungimenti familiari dovranno effettuarsi al di fuori della ressa del periodo festivo. Ma anche gli spostamenti autorizzati fra le stesse zone gialle sono stati oggetto di un’estrema trattativa, perché il fronte rigorista impersonato dal ministro della Salute è preoccupato che la breccia aperta per il ritorno in famiglia e l’assistenza agli anziani soli (tema al quale tiene anche il presidente del Consiglio) possa favorire un aggiramento dei divieti con autocertificazioni di comodo.

I divieti di spostamento saranno in vigore dal 21 al 6 gennaio, autorizzati da un apposito decreto-legge che è stato necessario approvare mercoledì notte in Consiglio dei ministri e che fissa un’altra novità: sempre dal 21 al 6 gennaio, ci potranno essere misure restrittive per tutta Italia “indipendentemente dalle fasce caratterizzate dai diversi colori”. Il decreto ha anche prolungato la durata del Dpcm che sarà approvato oggi (forse fino al 10 o 15 gennaio), previo un passaggio preventivo con la Conferenza delle Regioni, in tempo per la pubblicazione domani. Altre misure già acclarate l’obbligo di quarantena per chi viene dall’estero e la chiusura degli impianti di sci, mitigata però quest’ultima dall’apertura decisa per alberghi di montagna.

Per la scuola, invece, sembrerebbe tramontata la mini riapertura ipotizzata per il 14 dicembre, dopo le raccomandazioni di segno contrario venute dalla Ue, ma il M5s e il ministro Lucia Azzolina non si rassegnano del tutto alla graduale ripresa delle lezioni in presenza. Lo spirito delle misure era stato anticipato alle Camere da Speranza. Nel dialogo maggioranza–opposizioni solo un timido segnale con l’approvazione di due raccomandazioni del centrodestra sui vaccini, per il resto piena divaricazione fra le due risoluzioni di maggioranza e opposizione. Peraltro al Senato le divisioni nella stessa maggioranza hanno portato a votare un testo molto scarno. Stempera il capo delegazione del Pd, Dario Franceschini, che dice di condividere «totalmente » la linea di Speranza e parla di «confronto approfondito» nella maggioranza, nella convinzione comune che «solo questi sacrifici nelle feste potranno evitarci la terza ondata».

Il decreto-legge entrato mercoledì sera in Cdm fissa un principio generale: a Natale l’Italia “si chiude”, dal 21 dicembre al 6 gennaio non ci si potrà più spostare neppure tra Regioni “gialle2 (tranne le solite eccezioni per motivi di lavoro, salute e necessità).

Per ritrovarsi a Natale, quindi, parenti e congiunti hanno una sola via: muoversi entro il 20 dicembre e poi fermarsi.

In più, la novità (contestata) è il divieto – nelle sole giornate del 25 e 26 dicembre e del 1° gennaio – di ogni spostamento fra due Comuni all’interno della Regione in cui ci si trova. Esclusi gli spostamenti anche nelle seconde case. La deroga prevista è che, anche dopo il 21, tutti potranno sempre fare rientro “alla propria residenza, domicilio o abitazione”, tranne che nelle seconde case ubicate in altra Regione; una versione più ampia rispetto a quella voluta dai “rigoristi”. (E. Fat.)

HOTEL, VACANZE E CROCIERE
È uno dei punti fermi a poche ore dalla definizione del Dpcm: gli impianti di risalita nelle località sciistiche restano chiusi per il rischio di assembramenti.
Restano aperti in tutta Italia invece (quindi anche in montagna) gli alberghi, sempre con la possibilità anche di cenare ma solo se si è clienti pernottanti.

Il regime cambierà il 31 dicembre, però: per evitare i veglioni, quel giorno sarà possibile fare il cenone, ma solo in camera. Per chi vuole fare un viaggio all’estero, dal 20 dicembre al rientro scatterà la quarantena, pensata soprattutto per chi intende andare a sciare in Svizzera – che ha tenuto le piste aperte – o in Paesi dell’Unione Europea come Slovenia e Austria. E alla fine il governo ha deciso di proibire i viaggi sugli “hotel del mare”, le crociere, ipotesi che fino a qualche giorno fa sembrava ancora una chance ammessa.

L’obiettivo è chiaro: riportare i ragazzi delle superiori gradualmente in presenza a scuola. Compatibilmente con l’andamento dei contagi. Da quando, non è chiaro. Sembra che nella bozza del nuovo Dpcm che sarà in vigore a partire da venerdì 4 dicembre gli studenti delle superiori dal 7 dicembre al 50% saranno in presenza a scuola.

Nel governo diverse erano le posizioni sulla riapertura Se Lucia Azzolina, ministro dell’Istruzione, Di Maio e il Cts, con la sponda del premier Conte (che ha proposto una riapertura simbolica il 14 dicembre) spingono per fissare nell’odierno Dpcm un rientro già prima delle vacanze di Natale, il ministero della Salute resta sempre cauto: «Ci sono discussioni in corso. Per me sarebbe meglio aprirle a gennaio, dobbiamo prima progredire nei risultati perché l’obiettivo non è ancora raggiunto, ma ci potrebbe essere un graduale rientro da dicembre», afferma la sottosegretaria Sandra Zampa. Azzolina non ha dubbi: «Più gli istituti sono aperti, più facciamo un favore al Paese».

ANZIANI E CENONI
E gli anziani soli? È un altro dei punti più dibattuti in queste ore. L’indicazione data ieri sera dal sottosegretario alla Salute, Sandra Zampa (Pd), è che «dal 20 dicembre tra le ragioni di necessità per superare il divieto di spostamento tra le Regioni ci sarà il dover assistere un genitore solo, motivo che richiederà l’autocertificazione».

Su pranzi e cene durante il periodo festivo all’interno delle case, il governo non indicherà limiti per il numero di persone (si era parlato di 8): «Ma sconsiglierei di aprire ai non conviventi nel nucleo familiare, aiutarsi questa volta significa rinunciare a vedersi», ha affermato sempre Zampa.
Per di più, in ogni caso, mega-cenoni con molte persone sono resi difficili dal fatto che rimarrà in vigore, pure nei giorni di festa, il coprifuoco dalle ore 22, indicato da tutti come un punto fermo anche del nuovo Dpcm. (E. Fat.)

Per favorire lo shopping i negozi potranno restare aperti (nelle zone arancioni e gialle, visto che lo schema della divisione nei tre “colori” è confermata) nei giorni delle festività fino alle ore 21, in modo da “spalmare” la clientela lungo un arco di tempo più ampio possibile e ridurre così il rischio di assembramenti.

I centri commerciali però resteranno chiusi pure nei fine settimana e nei giorni festivi così come nelle festività natalizie.

Novità per i ristoranti: si potrà pranzare fuori il 25 e 26 dicembre, a Capodanno e per l’Epifania. La sera invece resteranno chiusi. Per ristoranti, bar, pub ed esercizi di somministrazione in genere rimane la chiusura obbligata alle 18: dopo quest’orario, sono consentite soltanto la vendita d’asporto (con divieto di consumare cibi e bevande nelle vicinanze) e la consegna a domicilio.

da avvenire.it