«Siamo venuti per adorarlo»

Il passaggio di consegne tra Wojtyla e Ratzinger. In 200 parteciparono al pellegrinaggio ufficiale della Diocesi di Rieti.

La XX GMG fu celebrata a Colonia, dal 16 al 21 agosto del 2005. San Giovanni Paolo II morì ad aprile dello stesso anno. Il santo Papa aveva scritto il messaggio diretto ai giovani nell’agosto del 2004, e il tema che indicò fu tratto questa volta dal vangelo di Matteo “Siamo venuti ad adorarlo” (Mt 2,2).

La GMG tedesca fu particolare perché se da una parte mancò il suo fondatore, dall’altra un nuovo Papa si presentava al popolo della GMG. I giovani manifestarono contemporaneamente due profondi sentimenti: la nostalgia per Wojtyla, ma anche l’affetto e l’entusiasmo per il suo successore, Papa Benedetto XVI, subito ribattezzato B16.

È così infatti che i giovani chiamarono il nuovo Pontefice quando lo videro per la prima volta in mezzo a loro, azzerando subito le distanze tra loro e il Pastore voluto da Dio alla guida della Sua Chiesa. Un segno di fedeltà e maturità. Elemento particolare di questa memorabile GMG, fu il suo inno: “Jesus Christ you are my life”. Fu apprezzato e cantato con passione e entusiasmo, tanto che ancora oggi viene considerato una sorta di inno non ufficiale delle GMG, nonostante in ogni edizione ne vengano creati di nuovi e belli.

Papa Benedetto XVI visitò così la sua terra nativa da Pontefice Romano, un altro importante aspetto che caratterizzò l’intero evento, perché nel clima culturale della Germania, si coglieva un interesse e una novità inattesa che prese quasi di sorpresa molti tedeschi, stupiti di vedersi invasi da tanti giovani cattolici, dalla faccia pulita, rispettosi delle regole, educati e gentili, giunti al seguito di un Papa tedesco. Anche in questo caso i conti furono fatti a ribasso: più di un milione di persone furono pernottarono nella grande spianata di “Marienfeld”.

B16 ricordò tante volte il suo predecessore nel parlare ai giovani, del resto tra gli ultimi pensieri di san Giovanni Paolo II, sul letto di morte, ci furono proprio i giovani, ad essi rivolse queste parole “Vi ho cercato. Adesso siete venuti da me. E vi ringrazio”. Il tema della GMG richiama anche il posto in cui fu organizzata, nel Duomo di Colonia si trovano infatti le reliquie dei Magi, e come questi sapienti si misero in cammino per incontrare Gesù e adorarlo, così i giovani furono chiamati a imitarne l’esempio, cercando Gesù proprio in un pellegrinaggio nel posto delle reliquie dei Re Magi. Si trattò così di dare un esempio, di far cogliere ai giovani l’importanza del cercare e del pellegrinare, dell’incontrare e dell’adorare. Come fecero i Magi, al seguito di una stella.

Ecco quindi anche il simbolo della XX GMG, dove una piccola stella gialla, accanto ad una croce rossa, compare su due guglie che ricordano il Duomo di Colonia. La stella viene ripresa nel messaggio del Papa, ecco le sue parole: “I Magi arrivarono a Betlemme perché si lasciarono docilmente guidare dalla stella. Anzi, “al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia” (Mt 2,10). E’ importante, carissimi, imparare a scrutare i segni con i quali Dio ci chiama e ci guida. Quando si è consapevoli di essere da Lui condotti, il cuore sperimenta una gioia autentica e profonda, che si accompagna ad un vivo desiderio di incontrarlo e ad uno sforzo perseverante per seguirlo docilmente”.

È forse questo il messaggio più forte che venne proposto ai giovani, l’attenzione ai segni dei tempi, ai segni di Dio nella propria storia, a lasciarlo lavorare nella vita di ciascuno, certi che il Suo operato porterà l’anima alla gioia e alla piena comunione con Lui. Fu quindi detto a i giovani di guardare all’esempio dei Magi, alla loro umiltà, tenacia, intelligenza, perseveranza e anche alla loro scaltrezza nel riconoscere l’inganno del “non tornare indietro per la stessa strada”. Grandi e Sapienti insieme a semplici e ignoranti pastori, tutti inginocchiati davanti ad una mangiatoia, con umiltà e devozione.

Ecco il segno da dato ai giovani: è l’umiltà che indica il cammino verso Gesù, è la semplicità del cuore che lastrica la strada da battere per giungere a vedere il Signore. Ed è nel rimando al dono che il Pontefice toccò più profondamente il cuore giovane di tanti fedeli, non solo i giovani: “Aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2,11). I doni che i Magi offrono al Messia simboleggiano la vera adorazione. Mediante l’oro essi ne sottolineano la regale divinità; con l’incenso lo confessano come sacerdote della nuova Alleanza; offrendogli la mirra celebrano il profeta che verserà il proprio sangue per riconciliare l’umanità con il Padre.

Cari giovani, offrite anche voi al Signore l’oro della vostra esistenza, ossia la libertà di seguirlo per amore rispondendo fedelmente alla sua chiamata; fate salire verso di Lui l’incenso della vostra preghiera ardente, a lode della sua gloria; offritegli la mirra, l’affetto cioè pieno di gratitudine per Lui, vero Uomo, che ci ha amato fino a morire come un malfattore sul Golgotha”.