#SfidaAccettata: cosa significa?

Nata per sensibilizzare le persone sul cancro, questa campagna social si è trasformata in un’ennesima esibizione del proprio io attraverso i social network. La vicenda è sintomatica per capire come sia difficile “controllare” e anche solo veicolare certi messaggi attraverso queste nuove forme di comunicazione digitali

Nell’ultima settimana tutte o quasi tutte le bacheche di Facebook si sono riempite di foto, per lo più in bianco e nero e appartenenti all’infanzia del soggetto che le pubblicava, con la dicitura #SfidaAccettata. Un Amarcord collettivo ha invaso il web e c’è voluto un po’ di tempo per capire come e perché fosse nata l’ennesima catena social virale.
In realtà il punto di partenza di questa nuova campagna online nasce lontano. La sfida, infatti, è partita la scorsa estate e serviva per sensibilizzare le persone sul cancro. Si è diffusa in India e in Regno Unito, e per come era stata intesa inizialmente gli utenti di Facebook dovevano sostituire la propria foto del profilo con una foto in bianco e nero. A tutte le persone che mettevano “mi piace”, l’utente avrebbe dovuto mandare un messaggio privato per spiegare che la foto serviva a sensibilizzare sul cancro, e per invitarlo a fare lo stesso con la propria foto profilo. Nel corso dei mesi la questione del cancro si è persa per strada, e per la maggior parte degli utenti attualmente la sfida consiste solo nel pubblicare una propria vecchia foto. Dunque, quella che era nata come una campagna di sensibilizzazione verso un tema difficile come quello del cancro, si è trasformata in un’ennesima esibizione del proprio io attraverso i social network.
La vicenda è sintomatica per capire come sia difficile “controllare” e anche solo veicolare certi messaggi attraverso queste nuove forme di comunicazione digitali. Confrontarsi con la realtà dei social network è estremamente difficile, vista l’incontrollabilità che questi, nel bene e nel male, portano con sé.
In potenza, infatti, queste nuove reti comunicative sono degli strumenti utilissimi per promuovere certe campagne e certi contenuti: sono mezzi che raggiungono milioni di utenti in tutto il mondo, con un’immediatezza e una forza che i mezzi tradizionali non hanno più. Al tempo stesso, però, sono anche casse di risonanza di quello che da molti studiosi è stato definito il “narcisistico individualismo” in cui viviamo immersi nella contemporaneità. Ogni messaggio, dunque, che inviamo, postiamo, ritwittiamo può essere cambiato completamente di significato da questo egoistico desiderio di mostrarsi e affermarsi.
Può avvenire, così, che un importante tema della collettività e che tocca il nostro sociale quotidiano (il cancro, appunto) venga completamente messo da parte per una affermazione dell’io individuale. E in questo modo un’importante esigenza della collettività venga sostituita dall’esigenza del singolo di mettersi in mostra.