Televisione

Raffaella Carrà e la piccolezza dei grandi

Torna stasera su Rai Tre il programma "A raccontare cominica tu", campione d'ascolti della scorsa stagione. Protagonista, in un'insolita veste di intervistatrice, la primadonna più famosa della televisione italiana: Raffaella Carrà

Posti in piedi e grande spolvero nella prestigiosa Sala degli Arazzi di viale Mazzini, sede centrale della Rai. La conferenza stampa ha come protagonista il caschetto biondo più celebre della televisione italiana, Raffaella Carrà, che torna stasera su Rai Tre con la terza edizione del programma A Raccontare comincia tu, già campione di ascolti la scorsa stagione.

«Accidenti quanti siete», si schernisce lei rivolgendosi ai giornalisti. Come fosse la prima volta, come fosse un’esordiente emozionata, «ho l’ansia», ed ancora incredibilmente entusiasta della nuova avventura che l’aspetta. E dire che in quella stessa sala furono presentati Fantastico, Canzonissima, Il Festival di Sanremo, Pronto Raffaella – quello coi fagioli – e tantissimi altri programmi che hanno fatto la storia della televisione italiana: tutti con lei protagonista assoluta.

È stato un lungo corteggiamento, quello di Rai Tre verso la più nota primadonna della rete di Stato, da sempre solo «figlia di Rai Uno». Lo racconta il direttore Stefano Coletta, il primo ad avere fortemente voluto la Carrà nella sua rete. «L’ho incontrata più volte a casa sua, ma nessuna proposta la convinceva, fino a che non abbiamo trovato questo format, rivedendolo e studiandolo insieme agli autori e alla stessa Raffaella, che da professionista quale è, ha studiato moltissimo: la sua meticolosità e la fatica che c’è dietro ogni suo programma è la prima cosa che si intuisce».

E lei ride, annuisce e ammicca ai giornalisti, fasciata in top e pantaloni neri con su una giacca variopinta: il fisico scolpito da ballerina, le rughette sul viso che la rendono ancor più affascinante, e soprattutto vera, autentica. Raffaella Carrà non ama tradire il suo pubblico, non ama strafare e a 76 anni vuole godersi la strameritata pensione. «Sono stata sempre un soldatino, una che ha studiato e lavorato tanto, dai 15 anni in poi. Sempre in sala prove, sempre in mezzo ai costumi, il trucco, i copioni…ora voglio godermi la libertà, come una diciottenne, e senza la schiavitù dell’orologio».

E si capisce lontano un miglio che non vede l’ora di togliersi gli abiti “di scena” per tornarsene a casa o dai suoi adorati nipoti, figli del fratello che non c’è più, o programmare un altro dei suoi viaggi, magari in Africa, per andare a trovare i bambini adottati a distanza. E fa trasparire un’umiltà di questi tempi più unica che rara. Voleva la «piccolezza» di un programma intimo e raccolto, voleva un impegno breve, che le consentisse di starsene quasi in disparte, nell’inconsueto ruolo di intervistatrice, «ma non sono brava, per quello ci sono i giornalisti», con i riflettori tutti proiettati sulla carriera dell’intervistato, e non sulla sua.

Su quella di Loretta Goggi ad esempio, che con Renato Zero, Luciana Littizzetto e Vittorio Sgarbi sarà una dei protagonisti di questo nuovo ciclo di puntate. E la rivalità femminile di cui tanto si è dibattuto? «Roba da gossip, noi donne siamo abituate a questo ritornello inutile delle donne in competizione, qualche passo avanti lo abbiamo fatto! Vorrei che chiamassero Loretta su Rai Uno, lei ha ancora voglia di lavorare, al contrario di me che voglio vivere la quotidianità: e poi, è bravissima!»

La Carrà scuote il caschetto, sorride e risponde a tutte le domande con gentilezza e cortesia. «No, non sono sui social, voglio dormire tranquilla! Carramba non la volevo fare, si piangeva troppo, e manco Sanremo, mi hanno quasi costretta».

E ora? E ora la Carrà è una splendida signora che entra in punta di tacco dodici nell’azienda che l’ha fatta crescere, e alla quale lei ha saputo regalare successi strepitosi.

Autoironica, autocritica, e di una semplicità disarmante. «Sono emiliana, mi hanno insegnato a stare sempre coi piedi per terra. E ci sto benissimo».