Provate a chiederlo ai bambini

Ha inizio oggi (lunedì 20 maggio) alle 15 – con l’inaugurazione dello “Spazio famiglia” dell’Assessorato alle Politiche socio-sanitarie – la settimana di iniziative che il Comune di Rieti ha voluto dedicare ai più piccoli.

Fino a domenica 26, i bambini potranno sperimentare moltissime opportunità di gioco, intrattenimento e conoscenza predisposte in tutta la città. I quartieri, le piazze e i cortili diverranno luoghi in cui si impara e ci si diverte.

Ma l’intento dell’Amministrazione non sembra essere quello di trasformare Rieti in una grande ludoteca. Nel pensare la “città amica dei bambini”, pare essersi posta un obiettivo più ambizioso.

Dietro la superficie dell’approccio educativo e ricreativo, si intravede una motivazione politica. Forse si accenna ad un modo di governare della città che prova ad includere il punto di vista dei bambini.

«Una città a misura di bambinici ha detto l’Assessore ai servizi sociali Stefania Mariantoni – è una città a misura di tutti».

Non si tratta di aumentare le risorse e i servizi a favore dell’infanzia, ma di orientare la città in modo che anche i bambini possano vivere un’esperienza da cittadini.

Un passo che per Rieti è quanto mai necessario. Negli ultimi decenni la città ha perso le sue originarie caratteristiche di luogo di ritrovo e dialogo. Gli spazi pubblici – che dell’incontro e dello scambio sono condizioni essenziali – sono stati progressivamente privatizzati. La prepotenza delle auto e del commercio ha sottratto cortili, marciapiedi, strade e piazze al libero uso dei cittadini.

A farne le spese sono soprattutto i più piccoli. La città è diventata un ambiente brutto, malsano e pericoloso. Per i bambini è impossibile viverci bene. Dove possono giocare con i compagni senza il controllo dei genitori? E quanto conta una città accogliente nella formazione di adulti sereni, responsabili e consapevoli?

Viene il dubbio che i nostri bambini stiano pagando un costo personale e sociale molto alto. Guardiamo come vivono: la necessità di accompagnarli ovunque, e spesso in macchina, non sembra corrispondere alle loro naturali esigenze. Una città pericolosa e inospitale, espone i piccoli a frequenti periodi di solitudine.

Occorre quindi pensare a soluzioni di cambiamento reale per l’intera città. Per migliorare sarà necessario agire sulle sue caratteristiche strutturali e promuovere maggiore consapevolezza nei cittadini. Per questo bisogna sostenere e guardare con fiducia alle cose buone che l’Amministrazione comunale sta facendo in questa direzione.

Prima tra tutte la progressiva pedonalizzazione del centro. Sicuramente ha prodotto disagi e difficoltà ad alcune categorie, ma i vantaggi collettivi sembrano incomparabilmente superiori.

Provate a chiederlo ai bambini. Fin da piccoli sono capaci di interpretare le cose ed esprimere i propri bisogni. Lasciamoli contribuire al cambiamento della città. I loro bisogni coincidono con quelli di gran parte dei cittadini, ma soprattutto di quelli più deboli e indifesi.

Hanno ragione il Sindaco e la Giunta nel chiamarli a partecipare, a dare loro la parola. Per il loro benessere, è addirittura possibile che i cittadini adulti, egoisti, rassegnati e impigriti, possano accettare quei cambiamenti che difficilmente sarebbero disposti ad promuovere per altri motivi.

Qualcuno dirà che queste iniziative distraggono dai problemi veri, non danno risposte alla mancanza di lavoro, non contrastano la crisi. Forse è vero. Ma se servono a rifondare il modo di vivere la città ben vengano. In fondo per costruire un domani migliore – dopo vent’anni di declino – bisognerà pure dotarsi di buone fondamenta.