Presentato il progetto Mipaaf-Unaprol che svela le contraffazioni dell’olio

Una buona notizia per i produttori ed i consumatori di olio extravergine di oliva è la maggiore lotta alla contraffazione grazie a nuovi metodi di analisi focalizzati da Università di Perugia e dal CNR in un Progetto Unaprol presentato a Roma presso la Sala Nassirya del Comando Carabinieri Politiche Agricole – alla presenza del Comandante Col. Maurizio Delli Santi e del Direttore Generale della Prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari del Mipaaf, Emilio Gatto – sul sistema innovativo di rintracciabilità.

Il Presidente dell’Unaprol, Massimo Gargano, ha sottolineato che «Di fronte alla offerta che non distingue sullo scaffale la qualità dell’olio extravergine di oliva italiano e che comprime i margini di guadagno fino ad avvilire il mercato con offerte che non coprono neanche i costi di produzione, serve un cambio di passo» ed ha aggiunto: «con la legge salva made in Italy, in dirittura di arrivo in Parlamento, sarà molto più difficile fare giochi di prestigio con l’olio extra vergine di oliva».

Importante il lavoro svolto da un gruppo di ricercatori coordinati dal Prof Maurizio Servili, Luciano Cruciani dell’Università di Perugia e Luciana Baldoni del CNR che hanno testato nuovi metodi di analisi per distinguere l’origine e le diverse varietà (cultivar), presenti negli oli extra vergine di oliva.

La ricerca Unaprol ha permesso di sviluppare un metodo di analisi molecolare dell’olio basato sull’impiego di marcatori DNA. Tale metodo consente di distinguere varietà di olivo non italiane dei Paesi dai quali vengono importate grandi quantità di olio. Il Progetto Unaprol-Mipaaf ha, inoltre, consentito di implementare un sistema di gestione (GIS) in grado di fornire in tempo reale, in risposta ad una interrogazione con un campione incognito, la rispondenza – con diversi gradi di attendibilità – sulla provenienza del prodotto.

È intervenuto il Direttore dell’Unaprol, Pietro Sandali il quale ha affermato che «lo studio che abbiamo finanziato ha permesso di evidenziare che i metodi di analisi classici non consentono di identificare l’origine e la composizione varietale dell’olio in un mercato globalizzato – ha aggiunto – in cui ci rifilano come made in Italy prodotti provenienti da altri paesi era d’obbligo per dare ai consumatori la possibilità di fare acquisti consapevoli».