Pastorale sanitaria: ci vuole formazione

Il 26 gennaio alle 17, la chiesa di San Domenico ospiterà l’incontro di preparazione alla Giornata Mondiale del Malato.

In vista dell’evento abbiamo chiesto qualche notizia in più al diacono Nazzareno Iacopini, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sanitaria.

Direttore, quest’anno l’incontro avrà un sapore particolare…

Sì, nell’anno pastorale dedicato alla Famiglia, la figura del malato riveste un particolare significato evangelico e culturale. Di conseguenza l’ufficio della Pastorale della Salute ha inteso fissare un appuntamento preparatorio per poter meglio vivere il significato spirituale, escatologico, canonistico sottinteso alla missione che la Chiesa svolge quotidianamente nei confronti dei bisognosi, dei malati, dei sofferenti e dei poveri. Spesso la malattia spezza i legami familiari, gli affetti, le relazioni. Anche per questo ci vuole una particolare attenzione ai bisognosi e ai sofferenti ricoverati negli ospedali, nelle R.S.A., nelle case di cura, nelle case famiglia, ed in tutte le strutture, sia private che pubbliche, che ospitano persone nella fragilità e nella malattia.

La formazione continua ad avere un carattere centrale.

Assolutamente, la formazione degli operatori pastorali è di fondamentale importanza. Tanto che il punto è stato sottolineato e concordato dall’intero clero della diocesi di Rieti durante il ritiro spirituale dello scorso 28 novembre. Ma l’indicazione è già presente nell’art. 184 del Sinodo Diocesano Reatino del 2005: «per quanto riguarda i laici, il Sinodo ritiene necessario che la Chiesa reatina s’impegni per la
loro formazione teologica e spirituale, fornendo strumenti idonei».

Quello dei poveri e dei malati, del resto è un tema strettamente evangelico…

Ce lo ricorda spesso Papa Francesco. Quasi in ogni udienza sottolinea la centralità dei poveri e dei malati. La Giornata Mondiale del Malato è l’occasione per riflettere e riconoscere nel fratello e nella sorella che soffre quella domanda di senso capace di educare alla verità e, dunque, alla pienezza della vita. Su questo solco, l’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute, presso la C.E.I., ha elaborato un percorso tematico triennale e pubblicato tre schede teologico-pastorali, una per ogni anno. Il tema per il 2013-2014 è: “Educati dal Vangelo alla cultura del dono”. Il 2014-2015 sarà centrato su “Educati dal Vangelo al nuovo umanesimo” e l’anno successivo “Educati dal Vangelo alla pienezza di vita”. Il richiamo al senso evangelico della malattia non può che accompagnarsi ad un percorso di formazione e approfondimento.

È anche un modo per promuovere la centralità dei laici nell’attività pastorale?

È la direzione in cui vogliamo muoverci. Il nostro è un invito a tutti gli uomini e le donne di buona volontà ad essere parte attiva e promotrice delle iniziative pastorali. Senza questo prezioso ed indispensabile scambio, il lavoro svolto da questo ufficio può risultare vano.

Bisogna fare squadra!

È la chiave giusta. Ad esempio la carità cristiana chiama l’impegno e l’aiuto dei Vicari di zona e dei Parroci, senza i quali sarebbe impossibile arrivare ai Ministri Straordinari della Comunione, la cui importanza nella Pastorale della Salute è a dir poco fondamentale. Sono loro, insieme ai sacerdoti, i pilastri attraverso i quali opera la nostra Pastorale. Fanno sentire la vicinanza della Santa Madre Chiesa a chi si sente abbandonato da tutti, e offrono consolazione e un raggio di luce, speranza e fraternità a chi vive nello strazio, nel dolore e nella malattia.

Pensando al laicato vengono in mente anche le associazioni…

È vero. Il volontariato sanitario – forse anche a causa dello stato precario della nostra sanità pubblica – sta assumendo un ruolo di primo piano. La Giornata Mondiale del Malato è promossa dalla Chiesa, ma è aperta a quanti vogliono ascoltare e tenere presente la visione cristiana della malattia nel loro impegno quotidiano. Aspettiamo le associazioni confessionali, ma teniamo le porte aperte anche ai preziosi contributi del volontariato laico.

Come l’anno scorso, sarà don Andrea Manto a guidare l’incontro formativo.

Sì. Il tema scelto è “Fede e carità, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”. Quella di don Andrea è una scelta in cui credo molto e non posso che ringraziarlo per l’attenzione che dedica alla nostra diocesi. Non solo ha incarichi di grande responsabilità nel campo della Pastorale Sanitaria, ma è anche un ottimo medico. Questa unione dell’aspetto spirituale con la visione scientifica è fondamentale per porre i problemi in modo critico ed indicare soluzioni fondate su una visione completa, integrale, della persona umana.