Guccini, ovvero panem et circenses. Continua la politica dei divertimenti

Quanto scritto potrà apparire banale e scontato, specialmente a chi è oggetto delle critiche seguenti. Tuttavia è necessario tenere sempre la guardia alta, soprattutto quando in ballo c’è la nostra stessa esistenza.

Negli ultimi giorni (parecchi) si è concentrata l’attenzione politico-mediatica su due eventi piuttosto lontani dalle urgenze del quotidiano.

S è provveduto a riappendere i drappi tricolore per la venuta della nazionale under 21 e ad attrarre attorno ad essa tutta l’attenzione dell’ultimo periodo.

Lo stesso accade ora con il concerto del cantautore Francesco Guccini, programmato per il 15 ottobre nel palazzetto dello sport di Campoloniano.

Sono eventi di grande risonanza. Ma forse per i politici non facevano abbastanza clamore. E allora tutti giù a sottolineare ripetutamente, in ogni occasione, l’opportunità e il successo di queste iniziative.

Certamente contente sono state le alte nomenclature del centro destra, grazie alla coda di adepti – già sistemati più o meno bene presso questo o quell’ente – che hanno potuto godere dello spettacolo offerto dalla nazionale, riempiendo lo stadio di calcio.

Dall’altra parte, gli pseudo intellettuali di sinistra e i loro codazzi – forti del reddito proveniente dalle cariche e dagli impieghi ottenuti – faranno a gara per assicurarsi il posto in prima fila al concerto del cantante emiliano, per il quale del resto già sono stati venduti tutti i biglietti.

Tutto ciò alla faccia di chi deve affrontare una situazione vicina all’indigenza. I tanti disoccupati, i cassaintegrati (che peraltro non ricevono l’indennizzo) e i precari di ogni specie.

Di loro cosa importa? Di loro, a chi importa? L’importante è far divertire chi ruota intorno al meccanismo perverso del nepotismo politico, gli unici a potersi permettere il lusso di pagare il biglietto. (Il concerto di Guccini, lo ricordiamo, costa euro 31 a persona, nonostante il generoso contributo della Provincia).

Questi fortunati sicuramente si recheranno alle urne alla prossima tornata elettorale, facendo pesare la propria simpatia per l’uno o l’altro schieramento. Ovviamente alla faccia di chi si deve sacrificare, non più per il superfluo, ma per tirare a campare. (A tal proposito anzi, occorre rispondere al Consigliere Cicchetti, che cellulari in eccesso e televisori al plasma abbiamo già provveduto a venderli in cambio di un pezzo di pane).

Il tutto sperando che la lunga estate continui, in modo da poter risparmiare sul riscaldamento e potersi permettere il lusso di una bistecca invece della solita scatoletta.

Alle esigenze di chi non ce la fa non si dà peso. Del resto, incazzati come sono, sicuramente diserteranno le urne.

Ed allora la cosa migliore per chi è in cerca di voti è continuare ad organizzare eventi, quasi in competizione con i professionisti dell’intrattenimento. Metterli in piedi costa molta meno fatica che pensare a soluzioni strutturali, e sicuramente il ritorno elettorale è migliore. Altro che dare un po’ di ossigeno ai cittadini affannati.

Un discorso retorico, banale e scontato, certo. Questo è quello che penseranno i nostri amministratori. Ma questo discorso non ci stancheremo mai di farlo. Banale o non banale lo ripeteremo fino a quando non ci si renderà conto che la via da intraprendere è opposta a quella fin’ora percorsa.