Occupazione: allarme a Borgorose per la chiusura del Mercatone Uno

Questa mattina il Segretario provinciale Ugl Terziario insieme al Segretario generale Ugl di Rieti hanno incontrato i lavoratori del Mercatone Uno; nell’incontro è emersa la forte preoccupazione delle maestranze riferita all’incertezza del proprio futuro lavorativo, insidiato dalla chiusura del negozio di Borgorose. A renderlo noto sono i due sindacalisti del Sindacato reatino, Gianfranco Antonini e Marco Palmerini.

«L’annuncio della chiusura della Mercatone Uno ha sorpreso tutti – dichiarano dall’Ugl – infatti, negli ultimi anni il conto economico del punto vendita di Borgorose è risultato sempre in buona salute, tranne una piccola flessione nel 2012, da imputare alle forti nevicate che hanno colpito quella zona, costringendolo alla chiusura per diversi giorni. Anche quest’anno sembra essere iniziato bene, con un più 25% rispetto al target. I conti apposto, non hanno salvato il negozio dai tagli previsti dalla società Biellese che già da lunedì prossimo, invierà alcuni suoi esperti ad organizzare la vendita c.d. “fuori tutto” per liberare i locali entro la fine di maggio, termine comunicato per la chiusura».

«Lo smantellamento della Mercatone Uno – continuano Antonini e Palmerini – sarebbe una sventura oltre che per i 35 lavoratori (27 dipendenti, 2 autotrasportatori, 4 in associazione in partecipazione e 2 addetti alle pulizie) occupati in quest’attività commerciale, anche per un’altra decina di maestranze dipendenti di alcune attività limitrofe che vivono in simbiosi con questa. Pensiamo ad esempio ai dipendenti dell’adiacente supermercato, del bar e degli altri negozi».

«Dopo l’incontro con i lavoratori – concludono dal Sindacato Ugl – abbiamo sentito il Sindaco di Borgorose, Mariano Calisse che già da alcuni giorni sta seguendo la vicenda, con lo stesso è stato concordato di attivare un tavolo di crisi per coinvolgere tutte le parti in causa insieme ai rappresentanti politici e istituzionali a tutti i livelli. La speranza è quella di risolvere positivamente questa vertenza, perché nel caso contrario sarà un’ulteriore sventura piombata su un territorio già fortemente provato e impoverito dalla chiusura di altre importanti attività manifatturiere».