Lavoratori Schneider disposti a iniziative dettate dalla disperazione

«L’atteso incontro tra la Schneider e la multinazionale interessata all’acquisizione (interessata a detta dei giornali) non è avvenuto. Noi continuiamo compatti nel mantenere la nostra protesta, attendiamo risposte da tutte quelle persone che, da più di un anno, dichiarano di impegnarsi per risolvere questa situazione».

Le parole di Fabio D’Ammando, uno dei dipendenti della multinazionale Schneider Electric, fanno trapelare lo stato d’animo di quanti stanno difendendo il proprio posto di lavoro occupando lo stabilimento di Rieti.

«Evidentemente – spiega Fabio – non si rendono ben conto dello sforzo fisico, mentale ed economico che stanno subendo più di 160 famiglie reatine, avere un lauto stipendio, benefici in quantità, pensioni e vitalizi, forse non gli fa capire a fondo la drammaticità della nostra condizione. Vivere un’altra realtà non ti permette di comprendere cosa significhino 17 giorni in queste condizioni, giorno e notte, ad aspettare una soluzione industriale che ti permetta di continuare a sopravvivere».

«Andare nuovamente a Parigi il 21 febbraio non sarà l’apice della nostra protesta – prosegue D’Ammando – se non accade qualcosa di positivo durante la prossima settimana non potremo escludere iniziative più dure ed eclatanti dettate dalla disperazione…»