L’Atelier del pittore

Autore di quest’opera, realizzata tra il 1854 e il 1855, è il francese Gustave Courbet. Nella tela coabitano in sintonia un realismo sprezzante e una simbologia ambigua, c’è una luce diffusa che confonde chi ammira il quadro. Nello stesso tempo, l’impianto del quadro è classico, da notare infatti il gioco prospettico accentuato, e si avverte che aleggia nell’aria un velo di mistero misto a poesia.

La scena è ambientata in un atelier di un pittore. Alcuni hanno visto nell’uomo che è intento a dipingere un paesaggio, il volto di Courbet stesso mentre viene attentamente osservato da un bambino curioso. Primo elemento dissonante è la fanciulla di fianco all’artista, raffigurata nuda, che stringe al petto un drappo bianco scenografico, pronta a posare per un’ipotetica tela, mentre invece il pittore è intento a ultimare un quadro di tutt’altro genere. Dietro il cavalletto, in penombra, appare un manichino in posa innaturale che ricorda il corpo di Cristo sulla croce simboleggiante la disprezzata arte accademica, con a fianco un teschio appoggiato su un giornale; per terra invece troviamo un violino, un cappello piumato e un pugnale che rappresentano i simboli di un romanticismo ormai superato.

La tela pullula di personaggi che apparentemente sembrano avere poco a che fare con l’interno di un atelier. Sulla destra, infatti, troviamo lavoratori appartenenti a varie categorie; seduto in primo piano c’è un cacciatore con il suo cane da caccia che con il suo colore bianco spezza la tonalità cupa del quadro. Di fronte a lui una donna vestita di stracci, simbolo della miseria, che allatta suo figlio. Probabilmente la donna è irlandese, poichè Courbet avrebbe voluto alludere alla crisi economica che colpì l’Irlanda alla metà del XIX secolo. All’estrema sinistra un rabbino e un mercante che prova a vendere la sua merce ad un benestante. Sulla sinistra invece Courbet vuole rappresentare gli intellettuali del suo secolo, il ragazzo seduto a gambe incrociate sul tavolino è il celebre poeta Baudelaire, seduto sullo sgabello lo scrittore Champfleurry, in fondo l’anarchico filosofo Proudhon, che ebbe influenza sul pensiero rivoluzionario di Courbet stesso. Sempre sulla sinistra troviamo un uomo e una donna nelle vesti di eleganti collezionisti. Lei porta uno scialle sulle spalle ispirato alla scuola sivigliana, ai loro piedi c’è un bambino che disegna, simbolo dell’approccio ingenuo al problema della figurazione.

Apparentemente il quadro può sembrare confusionario e non ben definito dal punto di vista rappresentativo, non a caso infatti venne criticato perchè ritenuto in contraddizione tra il programma allegorico e il soggetto realistico. Ad ogni modo, è anche per questo aspetto che Courbet, in questa tela, sembra rappresentare perfettamente la sua epoca, anch’essa piena di contraddizioni laceranti.