Incontro con i sindacati, il vescovo: alimentare fiducia e dialogo

Si è svolto presso il Salone Papale del Vescovado nella mattinata di venerdì 30 ottobre, promosso dall’Ufficio Problemi sociali e Lavoro, un incontro tra le diverse ramificazioni delle organizzazioni sindacali e il vescovo Domenico Pompili. Un appuntamento che è stato utile al pastore della diocesi di Rieti per conoscere i rappresentanti dei lavoratori ed apprendere il loro punto di vista sulla realtà locale.

Ne è risultato un ricco mosaico di voci dal quale è emerso il disegno di una realtà produttiva in oggettiva difficoltà – avendo in particolare affrontato una vera e propria decimazione degli addetti all’industria – ma che non manca di risorse e potenzialità.

Tra i punti critici, evidenziati dai vari interventi dei sindacalisti, l’annosa questione della carenza delle vie di comunicazione, ma anche un più ampio deficit di infrastrutture come quelle relative alla banda larga. Altro tema irrisolto è quello della mancata valorizzazione dei beni culturali e ambientali, con la ricchezza delle acque e del Terminillo in primo piano.

Da parte sua il vescovo ha invitato le forze sindacali a guardare con fiducia alle opere in corso di completamento e agli interventi finanziari e di progettazione che – pure nelle lentezze e con i limiti riscontrabili – sembrano avviare ad una soluzione le carenze infrastrutturali più forti, e che al contrario del passato potrebbero fare del comprensorio reatino non solo un importante punto di raccordo tra i territori attigui, ma anche uno snodo significativo in una prospettiva più ampia di passaggio tra il nord e il sud del Paese.

Una fiducia che è compito dei sindacati alimentare anche in termini più generali. Mons. Pompili ha infatti avuto modo di rilevare come alla radice delle oggettive carenze materiali non sia estraneo anche un tratto del “carattere” locale. Ribadendo di essersi sentito molto ben accolto, infatti, il vescovo ha suggerito che il panorama locale non soffra tanto – come spesso si sostiene – di una chiusura verso l’esterno, quanto di una forte frammentazione interna.

Si tratta dunque di lavorare più sulle affinità che non sulle divergenze, approfondendo lo sforzo per la costruzione di un clima di collaborazione in generale e tra le forze sociali in particolare. Un esito verso il quale il dialogo tra le parti e sempre auspicato e con la Chiesa locale è sempre aperto e possibile.