Il rischio e la beffa: Consorzio della Bonifica di Rieti e dintorni

Le opinioni sono tutte legittime, quelle autorevoli e quelle meno, ma quando ci sono di mezzo le famiglie, il lavoro, le retribuzioni dei dipendenti occorrerebbe cautela.

Si potrebbe obiettare che lavoro e famiglia e reddito sono concetti desueti, che, come direbbe qualcuno vale più una trasmissione in tv che una laurea, e tuttavia bisognerebbe avere il pudore di chiedere, nel caso specifico del Consorzio della Bonifica di Rieti cosa ne pensano del “carrozzone” quei lavoratori che hanno sacrificato la quattordicesima del 2013 per contribuire a tenere in vita il Consorzio, o ci si potrebbe chiedere perché l’attuale Organo Direttivo ha abolito ogni emolumento legato alla Direzione del Consorzio.

Certo la nostalgia dei soldi a gogo di un tempo, quelli che attraverso la Provincia ed il Consorzio arrivavano ai “contadini” (latifondisti) della piana spinge forte, la crisi generale ridisegna equilibri e poteri, la crisi della politica, quella con la P maiuscola, è altrettanto violenta, fatto sta che:

1) L’area geografica di Rieti, che a questo punto sembra inutile definire Territorio, é il più ampio bacino imbrifero d’Europa, così come la sua riserva di acqua dolce e potabile.

2) Ne consegue che é difficile fare a meno di una struttura, quale che essa sia, che curi e si occupi di questa complessità, e di questa ricchezza che giace sotto i nostri piedi e sopra le nostre teste.

3) A cominciare da ardis e a finire con l’ultimo dei settanta ed oltre comuni della Provincia di Rieti troviamo difficile parlare di un sistema, coordinato e sistematico, di protezione e sviluppo delle enormi risorse ambientali legate a questa area geografica.

La Cgil e la Flai, sono state accanto ai lavoratori del Consorzio, per cercare di migliorare lo stato delle cose, in difesa del lavoro e a favore di uno sviluppo compatibile, sosteniamo e continuiamo a chiedere una reale riforma del governo del territorio che semplifichi e renda trasparente il sistema della spesa pubblica, attraverso un vero Consorzio Territoriale, con competenze e materie specifiche di intervento sulle questioni di salvaguardia, sviluppo e promozione, che superi le attuali frammentazioni di competenze e responsabilità, che ponga fine alle inutili guerre tra lobbies che si stanno accapigliando intorno all’osso spolpato della spesa pubblica.

In diverse occasioni negli ultimi anni abbiamo promosso incontri ed ospitato forze politiche e sociali nel tentativo di aprire un confronto sul riordino delle amministrazioni periferiche dello stato e delle autonomie locali, esprimendo le nostre convinzioni e le nostre idee, inascoltati; ovviamente anche queste nostre sono solo opinioni, la presunzione la lasciamo agli altri.

Per il resto la realtà è sotto gli occhi di tutti.