Il Piacere e l’Immaginazione: una favola dei nostri tempi

Un giorno, nel pieno del loro rigoglio fisico, il Piacere e l’Immaginazione si incontrarono. Fu un amore a prima vista, una passione travolgente. Capirono che uno era fatto per l’altra, perché si completavano a vicenda. Finalmente potevano realizzare i loro sogni e mettere al mondo tanti figli eccezionali da fare invidia a tutti. Così programmarono, presi da questo desiderio irrefrenabile, una famiglia numerosa. E presto, prestissimo, ebbero tre figli (la gestazione durava soltanto qualche giorno, il periodo che serviva per dare forma al loro desiderio).

La prima figlia fu Gloria, il secondo Successo, il terzo PotereCome potete immaginare, in famiglia regnava un caos indescrivibile tra litigi, offese e qualcosa di peggio. Non sapevano più come difendersi l’uno dall’altro e quei poveri genitori non sapevano più come controllarli e riportare la pace in casa. Ma, come sapete, da un desiderio ne nasce un altro, così poco tempo dopo Immaginazione e Piacere, misero al mondo dei figli anch’essi straordinari di nome Musica, Canto, Danza, Poesia, Pittura, Scultura, Architettura, totalmente diversi dai primi.

Questi vivevano in un raccoglimento assoluto, spesso erano introvabili e passavano intere ore fuori casa tornando soltanto a tarda sera e mostravano con orgoglio le loro opere straordinarie in modo che la famiglia potesse esprimere un giudizio. Il padre e la madre furono colpiti da una piacevole meraviglia, la figlia Gloria e il fratello Successo provarono una forte invidia, mentre il fratello Potere sghignazzava pensando a come si potesse perdere tanto tempo dietro cose inutili che non procuravano il piacere del potere. Eppure questi figli erano bellissimi, straordinariamente affascinanti, attraenti, e quando mostravano le loro opere una emozione indicibile si impossessava di tutti gli altri.

Ma i figli che più di tutti colpirono l’Immaginazione e il Piacere (di tutti i componenti della famiglia) furono le nuove nate Scienza e Tecnica. Andavano a spasso insieme sottobraccio, non c’era fenomeno che non le attraesse e non c’era problema che non desiderassero risolvere. La loro vita passava tra una scoperta e un’invenzione, che servivano ad alleviare le fatiche quotidiane per procurarsi il necessario, ed allo stesso tempo rendevano piacevoli tutte le ore della giornata. Insomma, grazie a loro la vita apparve, anzi divenne, meno dolorosa e più serena. Per tutto questo furono amate oltre ogni misura e furono benedette da tutta la famiglia.

Così la famiglia aumentava di numero e da genitori così prolifici nacquero altre due gemelle: Illusione e Delusione. Illusione diventava ogni giorno più bella, era radiosa, sempre sorridente, ma ogni tanto mostrava in modo quasi impercettibile un segno di sfiducia, come di perdita della speranza, quasi la consapevolezza della vanità della vita. Delusione, invece, mostrava apatia, abulia, un sorriso spento, una rabbia interiore, una presa di coscienza che il periodo dei sogni era svanito. Per questo aveva perso interesse per la vita. I genitori non si davano pace per queste due figlie, quasi quasi apprezzavano più Gloria, Successo e Potere, perché almeno la loro vita era piena, anche se era fatta di scontri e sconfitte.

Di lì a poco Immaginazione e Piacere ebbero un altro parto gemellare, questa volta non programmato. Nacquero Malinconia e Noia. Era una sofferenza per la famiglia averle in casa.  Malinconia era apparentemente carina ma covava una tristezza interiore segno di una insoddisfazione costante per le cose della vita. Noia, invece, apparentemente infastidita dalla monotonia che riempiva le giornate della sua vita, mostrava di aver perso qualsiasi interesse. Non c’era niente che le piacesse e potesse scuoterla dal suo torpore. E la vita scorreva, era arrivato il tempo delle riflessioni e delle scelte ponderate.

Così, dal desiderio di avere un figlio che avesse le caratteristiche di una persona studiosa dei problemi della vita ma, nello stesso tempo, accorta, giudiziosa, più portata a valutare, a programmare, che a gettarsi nell’agone della vita, nacque, finalmente, Saggezza. Essa si rivelò subito una figlia come i genitori avevano programmato, calma, tranquilla, posata, pronta a dare consigli, a giudicare con ponderazione. Era l’ago della bilancia della famiglia. Ma le sorprese non finirono qui.

Un giorno, ancora con grande meraviglia di tutta la famiglia, nacque Umiltà. Non sembrava la figlia di Immaginazione e di Piacere. Ben presto mostrò di possedere qualità particolari. Avendo ricevuto in dote la consapevolezza della precarietà della vita e il dono di comprendere la debolezza umana e la virtù del perdono, dedicò la sua vita, con sommo piacere, a servire gli altri. Ma le nascite non finirono qui.

Dulcis in fundo, venne al mondo Giustizia. Da qualcuno, è facile immaginarlo, fu subito odiata, ostacolata, osteggiata.  Altri la apprezzarono, e videro in lei la figlia giusta per ripristinare la pace in famiglia. Essa non fu mai felice: era sempre combattuta fra istanze contrapposte. Voleva essere rigorosa nel salvaguardare il diritto di tutti; ciononostante era spesso portata ad attenuare le colpe di ognuno, ben sapendo quanto l’uomo per natura  sia incline a commettere errori. Le costò molto non farsi prendere dalla pietà, e costringere se stessa a fare sempre il suo dovere.

Chi volesse sapere qualcosa di più su questa famiglia straordinaria sappia che da questa unione nacquero altri figli. Alcuni ebbero vita breve, atri addirittura… non vennero alla luce. Sicuramente da questo straordinario amore nasceranno ancora figli sorprendenti e geniali.

Per conoscerli basta saper aspettare con pazienza.