I pontefici lavorano fino all’ultimo … dell’anno

A parte le cerimonie pubbliche, i discorsi, la recita dell’Angelus e le celebrazioni liturgiche, tradizionali quelle dei vespri e del Te Deum di ringraziamento, sono molti i documenti pontifici promulgati con la data del 31 dicembre, quando la Chiesa fa memoria di papa Silvestro I, santo, morto il 31 dicembre del 335. Ad esempio la Segreteria di Stato, l’organo più importante della Curia romana, trae la sua origine dalla costituzione apostolica “Non debet reprehensibile”, promulgata da Innocenzo VIII il 31 dicembre 1487. Ma senza andare troppo lontano – l’elenco risulterebbe oltremodo lungo –, e saltando di curiosità in curiosità e da papa a papa, troviamo Benedetto XV che sceglie il giorno di San Silvestro del 1914 per il suo motu proprio “Non multo post”, con il quale stabiliva nuove regole, tuttora valide, circa gli studi, gli esami e l’iscrizione tra gli accademici della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino, e ampliava i benefici in favore della prestigiosa istituzione.

Pio XI il 31 dicembre 1929 firma l’enciclica “Divini illius Magistri” – nota anche con il titolo “ Rappresentanti in terra” (di quel Divino Maestro), secondo l’inizio della versione italiana –, sull’educazione cristiana dei giovani, nella quale rivendica alla Chiesa e alla famiglia il diritto primario di educare i giovani, diritto inviolabile ed anteriore a quello dello Stato. Lo stesso pontefice sempre il 31 dicembre, ma dell’anno seguente, 1930, promulga l’enciclica “Casti connubii” sulla dignità del matrimonio cristiano. Pio XI l’aveva formulata quasi in segreto, dando la notizia dell’imminente uscita solo una settimana prima, la vigilia di Natale di quell’anno, durante il discorso per gli auguri alla Curia romana: “Come vedete quella che vi facciamo è un’anticipazione confidenziale, da padre a figli … Sarà un’enciclica di soggetto importantissimo e che interessa quant’altro mai la famiglia … un argomento di perenne attualità, attualità che oggi presenta aspetti quanto mai lacrimevoli e preoccupanti; tanto preoccupanti da farci ritenere in coscienza il nostro intervento non soltanto opportuno e necessario, ma anche urgente”. Già allora incombevano pericoli sulla famiglia e l’istituto del matrimonio. Ancora Pio XI e ancora una volta il 31 dicembre, del 1937, con motu proprio in pari data adegua le norme per il trattamento previdenziale degli impiegati della Santa Sede e nello stesso giorno di fine anno, dai microfoni della Radio Vaticana, rivolge un messaggio (“Audite populi de longe”, suona nella traduzione latina) ai cattolici delle regioni indiane convenuti a Madras per il primo congresso eucaristico nazionale indiano.

Nel 1965 lo scenario internazionale registra la recrudescenza dei conflitto in Vietnam, dove la guerriglia e le bombe hanno già mietuto migliaia di vittime. Il 31 dicembre di quell’anno Paolo VI invia ai capi dei Paesi coinvolti uno storico appello per la pace nella tormentata regione. Il Papa chiama direttamente in causa il generale Nguyen Van Thieu, Ho Chi Minh, i presidenti di Urss e Usa, Nikolaj Podgorny e Lyndon B. Johnson, e il presidente cinese Mao Tse Tung, perché nel nuovo anno si facciano promotori di una tregua e della sospensione dei bombardamenti.

Dal Sud-est asiatico all’Unione europea, quindici anni dopo, con Giovanni Paolo II che sceglie proprio l’ultimo giorno del 1980 per firmare la lettera apostolica “Egregiae virtutis” con la quale i santi Cirillo e Metodio vengono proclamati compatroni d’Europa. L’anno successivo, nell’anniversario della proclamazione, il 31 dicembre 1981, il Papa scrive una lettera al cardinale Frantisek Tomasek, arcivescovo di Praga (Cirillo e Metodio evangelizzarono la Moravia) esprimendo tra l’altro preoccupazione per la situazione della Chiesa nell’allora Cecoslovacchia sotto il regime comunista.

In questa breve rassegna abbiamo preso in considerazione unicamente il 31 dicembre, giorno di San Silvestro, ma se si volesse estendere l’elenco anche agli ultimi “sgoccioli” dell’anno ce ne sarebbero di documenti pontifici e pontefici da citare (ad esempio Giovanni Paolo II: enciclica “Sollicitudo rei socialis”, 30 dicembre 1987; esortazione “Christifideles laici”, 30 dicembre 1988, ecc.), solo considerando le ultime due settimane dell’anno, inclusi dunque il giorno di Natale e i giorni precedenti la vigilia, periodo “fatidico” per l’attività del Papa, ivi compresa la promulgazione di encicliche. Fermiamoci qui. Auguri di buon anno.