«Riusa, ricicla, riduci»: è questa la sintesi delle «buone pratiche per ridurre l’uso della plastica» nella vita quotidiana, emersa al termine del primo Forum delle Comunità Laudato si’ – progetto promosso dalla diocesi di Rieti e da Slow Food – che si è svolto ieri ad Amatrice.
Al centro dell’incontro il tema dell’inquinamento causato dall’uso e dall’abuso di plastica. I circa 120 partecipanti hanno adottato all’unanimità i 19 punti che fanno parte di quella che, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, non ha esitato a definire la “Carta di Amatrice”.
«Vogliamo proporre queste buone pratiche dando tempo ai cittadini di metterle in pratiche nella quotidianità – ha detto Carlo Petrini – dobbiamo lavorare per questa rivoluzione. Le comunità Laudato si’ sono in continua crescita. Siamo partiti pochi mesi fa e oggi ci sono continue richieste di adesione da molte città e parti del mondo. Queste comunità sono operative nel loro territorio non solo come volano culturale, ma con azioni pratiche. Le comunità sono chiamate a fare in modo che le tematiche di questo straordinario documento prendano corpo attraverso una mobilitazione nell’educazione, nelle buone pratiche, nella condivisione, nella capacità di fare rete mantenendo le proprie identità e adattando i propri obiettivi a quelli specifici dei territori. Questo primo incontro ad Amatrice – sarà un appuntamento annuale – è stato dedicato a uno dei due grandi problemi ambientali di oggi: la plastica. L’altro è il cambiamento climatico».
«Le Comunità Laudato si’ – ha proseguito il fondatore di Slow Food – in questi mesi vogliono essere stimolo e controllo verso l’Unione Europea perché prosegua con forza e rapidità con provvedimenti rivolti alla cancellazione dei prodotti mono uso, i fantomatici usa e getta. Dopo i cotton fioc, intervenire sulle cannucce, i piatti, i bicchieri, posate… Inoltre chiediamo al Governo Italiano che intervenga al più presto con una legislazione cogente in materia di utilizzo delle bioplastiche e delle materie compostabili in modo da evitare che una possibile soluzione diventi una problematica. Non tutti i prodotti che vengono in messi in circolazione come biodegradabili, infatti, lo sono effettivamente. Alcuni contengono percentuali importanti di plastica che ne pregiudicano lo smaltimento nella frazione organica».
Questi i punti della Carta:
- Non usare le cannucce di plastica per le bevande e per gli aperitivi. Non è necessario il loro utilizzo e ci sono alternative naturali.
- Non usare posate, piatti e bicchieri di plastica monouso.
- Non usare i cotton fioc di plastica.
- Non usare prodotti per la cura della persona che contengano microsfere di plastica come i dentifrici, shampoo, saponi, cosmetici e gli scrub. Prediligere le alternative con ingredienti naturali.
- Acquistare frutta e verdura sfuse, fresche e di stagione e non imballate con pellicole, vassoi di polistirolo e vaschette di plastica usa e getta.
- Non acquistare cibi precotti o cibi pronti all’uso contenuti in vaschette di plastica usa e getta.
- Non fare la spesa con gli shopper di plastica.
- Non comprare le lattine di alluminio delle bibite imballate da plastica e dagli anelli in plastica.
- Non usare le bottiglie di plastica per l’acqua e le bevande.
- Comprare i succhi di frutta in vetro e non in tetrapak (poliaccoppiato carta-plastica)
- Porre attenzione alle lattine di alluminio (salse, verdure, carne, pesce etc, alcune sono rivestite al loro interno in plastica, come molti tappi di metallo)
- Rinunciare all’uso delle gomme da masticare.
- Comprare detersivi sfusi e naturali.
- Usare meno pannolini per bambini usa e getta, assorbenti etc.
- Comprare vestiti in tessuto e fibre naturali e non in fibre sintetiche.
- Non comprare oggetti, per esempio per l’elettronica, informatica, etc etc imballati da plastica.
- Comprare meno giochi di plastica per i propri figli.
- Non buttare i mozziconi delle sigarette in terra.
- Non lasciare i rifiuti di plastica nell’ambiente.