Ferrari e Valentino. Un ritorno da urlo

Ci sono domeniche (nello sport) che restano scolpite nella memoria collettiva. Quella del 29 marzo del 2015 ha un sapore particolare perché solo poche ore prima, tutti gli italiani che amano lo sport e il calcio in particolare, avevano sofferto le pene dell’inferno dinanzi agli schermi televisivi nel veder affondare e poi riaffiorare la Nazionale di calcio in Bulgaria.

Ma ieri chi ama lo sport ha potuto esultare con la Ferrari, vincitrice con il tedesco Vettel (vero erede di Schumacher) nel Gran Premio della Malesia. E poi con l’eterno Valentino Rossi, ritornato al successo in Qatar, nella prima gara del Mondiale di MotoGp. E poi altri due italiani sul podio con lui, Andrea Dovizioso e Andrea Iannone (entrambi su Ducati). Una tripletta da sogno.

Insomma, una domenica speciale, vissuta sul filo dei centesimi di secondo, come è nelle gare di velocità, dove l’Italia torna prepotentemente a ruggire. Forse troppo facile leggere in questi successi la metafora di un Paese che vuole tornare a correre per conquistarsi un posto di rispetto nel mondo. Intanto godiamoci questi successi, meritati e sicuramente sudati. Nel mondo dei motori, infatti, nessuno regala nulla. Lo sanno bene i tedeschi e gli spagnoli, sino a ieri dominatori in Formula Uno e nel MotoGp. Il che vuol dire che dobbiamo tornare a guadagnarci il futuro con la fatica, l’intelligenza e la nostra capacità di pensare bene e di fare meglio.

Sin qui la metafora, aspettando che gli azzurri di Conte ricomincino anche loro a correre, sudare e meritarsi il rispetto degli avversari e dei tifosi. Giochino almeno per quello, il rispetto. Di questi tempi non è poco. Può essere l’inizio di un nuovo ciclo. Come ci auguriamo per la Rossa di Maranello e per il trio delle meraviglie del motomondiale.