Fecondazione low cost: artificiale pure il prezzo

La fabbrica dei bambini non conosce crisi e c’è chi vende sogni a buon mercato. E se domani i risultati non fossero pari alle aspettative? Signora mia, cosa pretende a quel prezzo?

È questione di poco tempo e arriverà anche l’offerta su Groupon. Le frontiere della fecondazione artificiale hanno varcato la soglia del low cost e offrono un pacchetto fecondativo con bebè incluso a soli 200 euro. A questi prezzi non si compra neanche più uno smartphone come si deve, figurarsi il sogno di un figlio. Sul sito della fondazione belga “The walking egg” che promuove questo metodo, si legge che lo studio rientra in un progetto internazionale che mira alla sensibilizzazione sul problema della mancanza di figli nei Paesi poveri. L’obiettivo finale è quello di “rendere le cure dell’infertilità in tutti i loro aspetti, comprese le tecnologie di riproduzione assistita, disponibili e accessibili per una percentuale molto più ampia della popolazione”. Secondo la fondazione infatti, semplificando le procedure di diagnostica di laboratorio e di fecondazione in vitro e modificando i protocolli di stimolazione ovarica per la fecondazione in vitro, le tecniche di fecondazione artificiale possono essere offerte a prezzi accessibili a tutti. E in questo periodo di crisi l’offerta si rivolge anche ai Paesi occidentali, dove molte coppie non possono permettersi di accedere ai cicli di procreazione medicalmente assistita.

Fin qui, la cronaca. Ma, come sempre, da bravi scorrettissimi, non possiamo esimerci dal porre un paio di domande. Appurato che l’infertilità di coppia sta assumendo le proporzioni di una vera e propria epidemia, perché si insiste pervicacemente a non voler intervenire sulle cause? Come sostengono molti esperti, il vero cambiamento di paradigma si otterrebbe investendo in prevenzione, ma si sa, la strada è parecchio più complessa e la resa in termini di mercato sicuramente è molto minore. Già, gli affari: la fabbrica dei bambini non conosce crisi. Se davvero costa così poco un trattamento di Pma, perché le coppie che affrontano questo percorso nella realtà spendono decine di migliaia di euro nei trattamenti? Dov’è l’errore? Sarebbe quantomeno biasimevole riconoscere che l’infertilità è soltanto un grande business da sfruttare. Oppure, peggio ancora, scoprire da futuri casi di cronaca che, a fronte del trattamento low cost, poi i risultati possono anche non essere conformi alle aspettative. Del resto, signora mia, cosa pretende a quel prezzo?

E poi, sempre di economia spicciola trattando, nasceranno i portali internet che, come per la scelta di una vacanza o del volo, comparano le cliniche della fertilità? Qui fanno il tre per due, qui c’è lo sconto se porti un amico, qui ti offrono il soggiorno. È davvero questo il meglio che si può offrire alle coppie che vivono la sofferenza di una genitorialità che non arriva?

Da ultimo, una nota poco edificante. Di fecondazione artificiale a basso costo per i Paesi poveri si parla da tempo e, soprattutto nei forum dei media internazionali, il dibattito è rapidamente degenerato. Qualche esempio: “veramente abbiamo bisogno di altri bambini africani?”; “siamo già anche troppi sulla Terra, perché agevolare la possibilità di fare figli?”; “oh, è davvero quello di cui si sentiva il bisogno! perché sprecate soldi in questa cosa e non nella ricerca sul cancro?”.

Per quanto possa costare poco, i costi umani restano altissimi.