Coop 76: Filcams Cgil fa il punto della situazione

In merito alla crisi in atto alla Coop 76, la Filcams Cgil ritiene opportuno riassumere la situazione allo stato dei fatti. «Per ciò che riguarda la riapertura dei 7 negozi e la conseguente ricollocazione del personale (106 dipendenti) − fanno sapere dal sindacato −  a distanza di oltre 60 giorni dalla chiusura dei negozi, ad oggi, dopo innumerevoli incontri e contatti a tutti i livelli del mondo cooperativo ed anche al di fuori, presi da sindacati, istituzioni e singoli lavoratori, esiste una sola proposta per rilevare i negozi e rioccupare i dipendenti ed è quella avanzata dalla cooperativa Evergreen con la formula del fitto di ramo di azienda».

La Filcams Cgil, come annunciato l’11 aprile scorso, in sede di incontro con la Presidenza della Provincia, aspetta la convocazione dell’incontro con la Evergreen per conoscere quale sia il piano industriale e capire la reale consistenza, fattibilità e credibilità del piano stesso che comunque dovrà prevedere, per quanto ci riguarda, il totale riassorbimento di tutti i 106 lavoratori attualmente in Cassa Integrazione Straordinaria in Deroga fino al 31 dicembre 2012, oltre ad un doveroso diritto di precedenza in caso di ulteriori assunzioni per quei lavoratori (una quindicina) il cui contratto a tempo determinato non è stato rinnovato nei mesi di gennaio e marzo.

Filcams Cgil si augura (ed ha cercato) altri interventi (Conad, Coop) ma da nessuna parte è venuto alcuna risposta concreta. La sensazione nemmeno troppo celata è che tutti i soggetti imprenditoriali stiano aspettando il fallimento per eventualmente intervenire. Di fronte a quest’unica proposta presentatasi, pur con tutte le perplessità del caso, la scelta univoca delle organizzazione sindacali e dei lavoratori in assemblea è stata quella di attendere l’incontro in cui Evergreen presenterà il piano industriale, il marchio e la piattaforma (evidente quanto un marchio e una piattaforma prestigiosa siano importanti per il rilancio) di riferimento per dare un giudizio compiuto sull’operazione. Tant’è che nessuno tra i sindacati presenti all’incontro dell’11 aprile, né tra i lavoratori in assemblea ha proposto di disertare l’incontro e scartarlo a priori. Ovviamente a conclusione dell’incontro «sarà l’assemblea dei lavoratori a esprimersi democraticamente e a scegliere la strada da seguire».

Di certo la Filcams Cgil non si nasconde che ove nessuna trattativa andasse in porto l’unica alternativa che di fatto resterebbe sarebbe il fallimento. Un’alternativa che la Filcams ritiene «piena di incognite e molto pericolosa per i lavoratori, ma ciò evidentemente non può escludere la facoltà/libertà di ogni creditore di ricorrervi, lavoratori compresi, presentando istanza al giudice (il fatto che al di là dei proclami nessuno, per quanto a nostra conoscenza, abbia fin qui scelto questa strada fa ritenere che tutti, comprensibilmente, ne temano, come noi, gli effetti). Di sicuro, in ogni caso, la Filcams continua a ritenere che per salvaguardare i posti di lavoro è necessario arrivare in fretta ad una soluzione sia per dare stipendi ai lavoratori, sia per riaprire i negozi e riproporsi alla clientela».

Per ciò che riguarda la CIGS in deroga per i 106 dipendenti in forza alla Coop 76 sottoscritta in Regione Lazio il 29 marzo scorso: «in caso di richiesta di CIGS la legge prevederebbe il preventivo consumo dei giorni di ferie arretrati per cui si è posto il caso di lavoratori che non potranno ricevere subito la CIGS, ma consumare prima i giorni di ferie arretrati (retribuiti a carico della Coop76). Sulla questione in questi giorni la Coop76 ha richiesto una convocazione alla Direzione Territoriale del Lavoro la quale ha convocato le organizzazioni sindacali e la cooperativa (per il 23 aprile prossimo) e in quella sede ci si augura di avere lumi sulla interpretazione ministeriale».

C’è poi il tema della convenzione della Provincia con Cariri a favore dei lavoratori Coop 76 senza stipendio da 3 mesi: «a quanto ci risulta − dicono dalla Filcams − la convenzione è operativa e prevede l’anticipo della mensilità da parte degli sportelli Cariri (che contatta i lavoratori per l’apertura gratuita del conto) con successiva restituzione da parte del lavoratore senza maturazione di interessi».

Rimane la questione della salvaguardia di soci e prestito sociale. La Filcams ritiene «fondamentale e si sta battendo anche perché il prestito sociale ovvero il risparmio di lavoratori e pensionati venga messo al sicuro dalla Lega delle Cooperative anche attraverso l’intervento di una cooperativa che se ne faccia garante».

Il giudizio della Filcams Cgil sull’operato del CdA della Coop 76 in tutta questa vicenda, che ha portato alla chiusura di 7 negozi, è condensato nella «richiesta, sin da subito, di dimissioni del CdA avanzata oltre che al CdA stesso anche alla Lega delle Cooperative provinciale, regionale e nazionale».

«È poi evidente − conclude il sindacato − che la dura realtà ha posto tutti nelle condizioni di dover chiedere che prima di dimettersi il CdA espletasse funzioni urgenti (tipo la firma della richiesta di CIGS o la firma di un eventuale fitto di ramo), funzioni che altrimenti avrebbero richiesto altre strade e altri tempi (tipo quella di un commissario liquidatore o di un giudice fallimentare)».