Cavalli Infiocchettati: un invito alla partecipazione

Non sono molte le città in cui è rimasta un visibile e palpabile attaccamento alle manifestazioni popolari. Ma tra queste, va senza dubbio segnalata Rieti, con i suoi Cavalli Infiocchettati. L’iniziativa, legata alla tradizione di Sant’Antonio Abate e all’antico mestiere dei “carrettieri” tradizionale nella zona di Porta D’Arce, ripropone anche quest’anno il suo originale modo di interpretare il senso della festa e dello stare in città.

«L’aspetto maggiormente significativo della manifestazione – è stato chiarito durante la conferenza stampa di presentazione – è la dimostrazione che c’è vita anche a Rieti. I “Cavalli Infiocchettati” smentiscono l’idea di una città in cui è preclusa qualunque possibilità di manifestare le proprie sensibilità, la propria vena artistica, la propria voglia di dare un contributo alla vita comune».

La chiave per comprendere la festa, va cercata nella sua capacità di offrire realmente una possibilità a chi vuole dare un contributo. È la proposta alla città tornare a farsi luogo di incontro, nel quale ognuno può manifestarsi per quello che è, per quello che è capace di portare, per il modo in cui è capace di contribuire.

In questo senso, il richiamo alla partecipazione, allo scendere in strada, va inteso come invito ad aderire ad un senso della comunità e dell’aiuto reciproco. La riscoperta del sapore profondo della tradizione vuole essere insieme uno slancio per un rinnovato senso della cittadinanza.