“The Butler”, razzismo fuorigioco

È l’ultima pellicola che affronta il tema delle vessazioni contro i neri negli Usa

La storia dei diritti civili dei neri americani, vista attraverso lo sguardo di un maggiordomo di colore che presta servizio alla Casa Bianca per oltre vent’anni. “The Butler” prende a prestito una storia vera e ci racconta la vita di un uomo umile che tocca però i momenti più importanti delle vicende storico-politiche del suo Paese.

Cresciuto in una piantagione di cotone negli anni Trenta, dove ha visto uccidere il padre, il protagonista della pellicola, nonostante le ostili condizioni di vita per i neri d’America in quegli anni, riesce a diventare cameriere in un lussuoso hotel di Washington. La sua dedizione e la sua bravura al lavoro gli permettono di essere notato da un funzionario della Casa Bianca ed essere così assunto nella casa presidenziale.

Ciò significa per lui e la sua famiglia (una moglie e due figli) una vita agiata e rispettabile, a differenza della maggior parte degli uomini e delle donne di colore che vivono nella segregazione razziale.

Ma i tempi stanno cambiando e una rivoluzione è in atto. Quella che porterà, addirittura, all’elezione di un uomo di colore alla Casa Bianca, Barack Obama. Il cameriere vivrà questi cambiamenti all’interno della White House, nel susseguirsi dei presidenti che, a poco a poco, cambieranno le leggi per eliminare la discriminazione razziale (da Eisenhower a Kennedy, da Nixon a Reagan fino ad Obama, appunto). Il figlio maggiore, invece, la vivrà partecipando attivamente ai movimenti di rivolta. Prima quelli pacifici di Martin Luther King. Poi quelli violenti delle Black Panthers.

Il tema della discriminazione razziale verso i neri è stato affrontato seriamente dal cinema americano soltanto a partire dagli anni Sessanta. Prima, l’immagine degli uomini e delle donne di colore era per lo più stereotipata e ricca di pregiudizi. Basti pensare a “Mamy”, la cameriera di Rossella O’Hara in “Via col vento” che incarna bene l’immagine della schiava nera al servizio dei bianchi.

Uno dei primi film a porre la questione razziale come problema da risolvere è stato “Il buio oltre la siepe” con Gregory Peck, avvocato che difende un uomo di colore accusato ingiustamente di aver commesso una violenza contro una ragazza bianca.

Ma è con due film che hanno come protagonista il divo nero Sidney Poiter che il pubblico americano comincia a riflettere profondamente su questo tema. “La calda notte dell’ispettore Tibbs” racconta le vicende di un detective di colore che cerca a tutti costi di scagionare un giovane nero incriminato illegittimamente in una cittadina piena di pregiudizi razziali.

E “Indovina chi viene a cena”, con la coppia di divi Katherine Hepburn e Spencer Tracy, in toni da commedia, ci narra lo sconquasso all’interno di una famiglia dell’alta società americana quando la giovane figlia annuncia di voler sposare un medico di colore.

Da allora moltissime sono state le pellicole che hanno affrontato di petto il problema, mostrandone tutte le ingiustizie e vessazioni. “The Butler” è l’ultima in ordine di tempo e certamente una delle più efficaci. Grazie anche ad un cast di all star: dal protagonista Forest Whitaker, alla diva del piccolo schermo Ophra Winfrey, fino a Robin Williams che impersona il presidente Eisenhower e a Jane Fonda che ricopre il ruolo di una dinamica Nancy Reagan.