Autunno caldo per la Ritel

Per il lavoro sarà un autunno molto caldo. Infatti secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico elaborati dai sindacati, presso il Mise ci sarebbero almeno 150 vertenze aperte che coinvolgerebbero oltre 180.000 lavoratori e più di 30.000 esuberi. Le associazioni di categoria sottolineano sono migliaia di posti a rischio in vertenze che non arriveranno mai al ministero dello Sviluppo economico.

I sindacati che stanno lavorando sui dati forniti dal ministero parlano della crisi industriale più difficile dell’ultimo ventennio e di questa crisi ne sanno qualcosa, anzi molto, anche i lavoratori della Ritel che hanno visto la situazione precipitare fino all’epilogo finale.

Ora si dovrebbe aprire una seconda fase e il prossimo 17 settembre le parti interessate si ritroveranno al Ministero dello Sviluppo economico per discutere del piano industriale su quello che dovrebbe ancora chiamarsi futuro per i lavoratori e capire quali siano i progetti relativi al rilancio dello stabilimento.

Dopo l’incontro del luglio scorso tante sono le aspettative in merito alle proposte che verranno avanzate dalla cordata di imprenditori, guidati dalla Elco, con le istituzioni ai vari livelli, da quelle nazionali a quelle locali. Sindacati, ma soprattutto lavoratori, ritengono non più rinviabile la presentazione di un progetto, in cui si parli chiaramente delle attività da svolgere, dei lavoratori da reintegrare e dei tempi di realizzazione. Dalle riunioni fatte sino ad oggi è chiaro ai più che questo nuovo progetto non potrà coinvolgere tutti i lavoratori, ma è comunque fondamentale far ripartire le produzioni.

Una delle notizie che definire buone è azzardato, ma che comunque potrebbe far ben sperare per il futuro è quella legata alla ormai imminente diffusione capillare in tutti i comuni delle carte d’identità digitali, di cui lo stabilimento reatino potrebbe diventare uno dei produttori. Quindi questo potrebbe essere un primo passo per trovare altre soluzioni industriali.

I sindacati hanno ribadito che per loro la vertenza non potrà considerarsi chiusa fino a quando non verranno date risposte concrete agli oltre 200 lavoratori reatini. Risposte che potrebbero, il condizionale è d’obbligo, arrivare già il prossimo 17 settembre. Questa almeno è la speranza dei lavoratori.