Amore di madre più forte della morte

In «Ho scelto di vivere» Maura Ciatti racconta il coraggio della figlia Silvia scomparsa a soli 24 anni.

«Ho messo questa malattia in un angolo della mia vita, è sempre lì a ricordarmi che c’è, che non posso e non devo perderla di vista ma, d’altra parte, io non le permetto di fare un passo oltre, di invadere la mia esistenza, perché vorrebbe dire farmi affondare, buttare via questi anni bellissimi che ogni giorno ho scelto di vivere». Parole di Silvia Rossi, giovane sposa volata in cielo a soli 24 anni, a nemmeno sei mesi dal suo matrimonio, dopo aver combattuto per due anni con un male incurabile.

Da questo suo pensiero è ispirato il libro in cui la mamma, Maura Ciatti, ha voluto raccontare – come scrive nell’introduzione – «i sentimenti, le riflessioni, i tratti di strada percorsi nelle avversità ma anche nella comprensione del senso profondo della vita». E proprio Ho scelto di vivere si intitola il volumetto edito da Studio Evento, che Maura sta diffondendo in questo periodo dove le viene offerta l’occasione (di recente è stato presentato nella parrocchia cittadina Regina Pacis e in quella di Casette, suo paese di origine), vendendone copie a chi vuole acquistarlo – è disponibile pure presso la libreria Gulliver in via Roma – anche come contributo all’associazione Alcli, cui viene devoluto il ricavato della vendita.

La onlus reatina attiva nell’assistenza ai malati oncologici e alle loro famiglie è stata infatti molto vicina a Silvia e a sua madre. E don Fabrizio Borrello (che ne è tra i membri) ha incoraggiato Maura a realizzare la pubblicazione, sintesi di una bella storia di fortezza e coraggio dinanzi alla sofferenza, come scrive nella prefazione da lui firmata, evidenziando come «proprio l’esperienza del male è stata il banco di prova del coraggio di Silvia. Ed è stata proprio la malattia e il modo in cui Silvia l’ha affronta tata a confermare questa sua straordinaria caratteristica».

Le pagine del volumetto – che riportano anche pensieri e lettere di amici – ripercorre la vita di questa giovane reatina, attraverso il racconto di sua madre e anche attraverso alcuni scritti che Silvia ha lasciato, in particolare nei primi tempi in cui gli venne diagnosticato il tumore che l’avrebbe portata alla morte. Parole che testimoniano la grande risolutezza, la capacità di non arrendersi e di non farsi abbattere anche dinanzi a esiti inesorabili, al punto da voler festeggiare, pur sapendo di avere ancora pochissimo davanti a sé, il giorno più bello sposando l’amore della sua vita.

Le considerazioni di mamma Maura, a sette anni dalla perdita della figlia, sono anch’esse un invito alla speranza e una testimonianza di come l’amore di un genitore sia davvero più forte della morte.

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