Allergie. Siete pronti?

L’Inverno sta lentamente lasciando il posto a tiepide giornate che offrono sempre più ore di luce. La primavera è alle porte ed alcune specie di piante già si preparano a fiorire.

A causa del riscaldamento globale Il raffreddore da fieno e l’allergia al polline sono destinati ad aumentare in maniera significativa nei prossimi decenni: ad oggi circa il 20% della popolazione mondiale è interessata da fenomeni allergici di varia natura. Un esempio di quanto detto viene dal Giappone, in cui il raffreddore da fieno è peggiore di quello di gran parte del resto del mondo, innescato dal polline dell’erba. Nel paese del Sol Levante, infatti, l’allergia è causata da una reazione al polline di cedro e cipresso. I gravi sintomi e la diffusione del polline su lunghe distanze costringono migliaia di persone, anche nelle aree urbane, a indossare maschere e occhiali protettivi. Circa sette milioni di ettari nell’arcipelago nipponico vengono coltivati con cipressi e cedri causando così, nella sola Tokyo, fenomeni allergici che coinvolgono un quarto della popolazione.

Anche nel resto del mondo il numero di persone che hanno sviluppato un’allergia è aumentato notevolmente negli ultimi anni e per questo, diversi scienziati nel mondo, hanno cercato una risposta in grado di far fronte a quello che da piccolo disagio sta diventando un vero e proprio problema.

Alcuni ricercatori dell’Università di Melbourne hanno messo a punto un potenziale vaccino contro le allergie ai pollini. I ricercatori hanno iniziato il loro lavoro modificando il gene che codifica per uno dei più potenti allergeni noti. Il gene modificato codifica per una proteina che provoca una reazione allergica fortemente ridotta, ma che è ancora in grado di attivare il sistema immunitario. In pratica, la somministrazione di dosi sempre crescenti di questa nuova proteina permette di potenziare le difese naturali dell’organismo. La ricerca, pubblicata sulla rivista “European Journal of Immunolgy”, afferma che i test cutanei eseguiti per stabilire la non nocività della proteina mostrano che è molto più sicura ed efficace delle terapie immunitarie attualmente usate per curare le allergie ai pollini. Le immunoterapie comportano infatti rischi significativi di effetti collaterali letali, come lo shock anafilattico, in cui il corpo diventa improvvisamente ipersensibile all’allergene. Nei casi meno gravi queste terapie non vengono infatti utilizzate, ma si curano invece i sintomi dell’allergia, come l’asma, le dermatiti e le congiuntiviti. Il gene, prelevato dalla segale, è stato inserito in un batterio, che può produrre la proteina in grandi quantità. Una volta purificata, la proteina può essere iniettata ai pazienti, che corrono un rischio dieci volte inferiore di incorrere in uno shock anafilattico rispetto alle terapie tradizionali.