67. “Deus caritas est”. La prima Enciclica di Papa Benedetto XVI

«Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui».
Prima Lettera di Giovanni (4,16).

Iniziamo un percorso di approfondimento della prima Enciclica “Deus Caritas Est”, dell’attuale Pontefice Benedetto XVI. Egli, nel giorno di Natale 2005, donò al mondo un documento importantissimo, che, con immediatezza e semplicità espressiva, punta al cuore della fede cristiana: Dio è amore. Il tema è fondamentale, si tratta del nucleo del patrimonio di fede al quale ogni credente attinge per procedere e sviluppare il proprio rapporto con il Signore, è la verità da cui partire e a cui tornare nel percorso e nelle vicissitudini che la fede di tutti e ciascuno attraversa.

Potremmo dire che il Papa ha espresso in tal modo uno stile che più volte ha confermato negli anni successivi: con chiarezza espositiva e linearità argomentativa, ha affrontato l’aspetto centrale della fede cristiana, indicando al mondo quindi la direzione verso cui volgere lo sguardo, la riflessione esistenziale per la quale vale la pena fermarsi e impegnarsi nel cercare e nel trovare risposte. È come dire, se l’uomo volesse sapere qualcosa di Dio, la risposta non potrebbe prescindere dal fatto che prima di tutto è amore, misericordia, accoglienza, perdono. Si tratta quindi di aver sottolineato ancora una volta che la “pietra angolare” sulla quale costruire la vicenda umana, sia in senso generico che specifico, non può che chiamarsi “amore”, su questa base si può iniziare un dialogo, un confronto, un rapporto anche critico, ma in ogni caso fecondo, con chiunque e in qualsiasi tempo. Perdere di vista questo fondamento significa perdere di vista l’obiettivo, la felicità dell’uomo.

È un gesto di grande valore che definisce, nelle premesse, il senso di un pontificato, è un “biglietto da visita” che ha chiarito al mondo lo spessore culturale e di fede dell’attuale Pontefice. Il titolo dell’Enciclica è tratto da una citazione biblica della prima Lettera di Giovanni: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (4,16) e il documento è essenzialmente composto da due sezioni, se si escludono l’introduzione e la conclusione.

La prima parte dal titolo “L’unità dell’amore nella Creazione e nella storia della salvezza”, riguarda alcune precisazioni terminologiche e aiuta il fedele a mettersi in sintonia e cogliere il clima e l’atteggiamento spirituale e culturale atto ad affrontare i contenuti della seconda parte.

Nella sezione successiva vengono infatti presentati dei nodi importanti relativi al modo in cui coniugare la carità nella vita personale e nella Chiesa. Il titolo della seconda parte, “Caritas: l’esercizio dell’amore da parte della Chiesa quale ‘comunità d’amore’”, già permette al lettore di intuire quali temi verranno toccati e il Pontefice sembra condurre per mano il fedele nell’ambito di un confronto con l’esperienza dell’amore. In seguito approfondiremo con umiltà e senza pretese di completezza, i temi toccati dall’importante documento.

Ora ci preme sottolineare che l’Enciclica non è, come qualcuno avrebbe potuto aspettarsi, un testo programmatico. Si tratta invece di un modo autorevole per ribadire il senso e il centro delle fede cristiana, aspetto che lo stesso Pontefice ribadisce nell’introduzione: «“Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4, 16). Queste parole della Prima Lettera di Giovanni esprimono con singolare chiarezza il centro della fede cristiana: l’immagine cristiana di Dio e anche la conseguente immagine dell’uomo e del suo cammino».

È un testo quindi che comunica una certezza, uno stile, una direzione da percorrere, un modo di guardare alla vita. Potremmo dire che è un testo in cui trasuda la sapienza e la saggezza di un padre che vuol parlare ai propri figli delle cose importanti per cui vale la pena vivere: sperimentare l’amore di Dio.