Lo sguardo sulla povertà del candidato Simeoni

«Piani di zona del Comune di Rieti programmati con un ritardo di anni e senza concertazione con il terzo settore. Mentre anche nel 2011 è boom di richieste presso lo sportello del lavoro della Caritas. Superato il 25% di richieste».

Così Francesco Simeoni in un comunicato mandato alla stampa che prosegue: «Il confronto che si è tenuto martedì scorso con il terzo settore, consente di analizzare alcune delle problematiche emerse durante gli interventi delle organizzazioni presenti. Lo stato di disagio ed esclusione sociale, la cronicizzazione e il peggioramento di alcuni fenomeni, in un intreccio di condizionamenti che producono effetti devastanti su masse consistenti della popolazione locale, sono emersi con preponderanza all’interno del dibattito, mostrando l’altra faccia di una città, di un territorio, sempre più isolato economicamente, socialmente e culturalmente. Effetti che risultano in progressivo aumento e che colpiscono, indistintamente, la popolazione anziana come pure quella giovanile. E’ essenziale partire dai dati dello sportello del lavoro della Caritas, per meglio comprendere la situazione venutasi a creare in questi anni nel comune capoluogo e la correlazione tra le diverse dinamiche che hanno spinto, le politiche sociali dell’Ente, ad un’azione che spesso si è dimostrata parziale e per certi versi strabica».

Secondo il candidato del Partito Democratico alle primarie «l’aumento esponenziale di richieste di lavoro, di assistenza domiciliare ad anziani e persone malate che oggi si mostra in tutta la sua tragicità rischia di superare di alcuni punti percentuale il dato prodotto dalla Caritas lo scorso anno (+25%). Del resto, l’aumento della disoccupazione, che ormai si aggira intorno al 30%, per non parlare poi del 35% di tasso di inattività che nasconde il dramma del lavoro sommerso, ci fanno riflettere sull’esigenza di individuare nuove strategie per far giungere al nostro territorio risorse importanti per permettere alle famiglie, ai giovani, alle donne e agli anziani, una vita più dignitosa. Anche i ritardi con cui il Comune di Rieti in questi anni ha gestito l’importante strumento dei Piani di zona e la mancata concertazione con le organizzazioni sindacali e il terzo settore, hanno prodotto disagi gravi nelle famiglie monoreddito, tra le persone indigenti, portatori di handicap, bambini affetti da patologie dell’età evolutiva, anziani. Basta prendere in riferimento i dati del Distretto Ri 1, del comune capofila, per comprendere quanto accaduto. La presentazione del Piano per l’annualità 2008, ad esempio, è stato presentato dall’amministrazione comunale a febbraio 2011. La presentazione del Piano riferito all’annualità 2009 è stato presentato nell’agosto 2011. Mentre il Piano concernente l’annualità 2010 è stato rinviato a data da destinarsi perché non approvato. Tali ritardi si ripercuotono su centinaia di famiglie reatine che, proprio per la mancata attuazione dei Piani nei tempi stabiliti, non ricevono quell’assistenza e quel sostegno, anche al reddito, che viceversa gli spetterebbero di diritto. Possiamo dire che i ritardi, anche di due anni, sull’attuazione dei Piani e la mancata programmazione a lungo termine in grado di garantire i servizi, potenziandone gli esistenti, determina l’uso improprio di fondi finalizzati ad altri capitoli di spesa dell’Ente, causando, almeno in parte, l’acutizzarsi del deficit di bilancio».

Il comunicato di Simeoni prosegue quindi con alcuni punti programmatici:

Servizi sociali del Comune di Rieti: «C’è una convinzione molto diffusa di una gestione clientelare del settore. Il rischio a cui si va incontro, se non sia hanno ben chiari, nella testa di ognuno, i limiti e i confini delle attività, anche delle associazioni di volontariato e delle capacità di interazione con le amministrazioni locali, è che quest’ultime finiscano nel diventare strumento di chi tende a scaricare su di esse la necessità di comprimere i costi di gestione del bilancio comunale. Soprattutto quando si è in presenza di una situazione fortemente deficitaria come quella reatina, con 60milioni di debito e mutui da pagare fino al 2040».

Bilancio partecipato: «C’è la necessità di una partecipazione vera della società civile nelle scelte che devono essere oggetto delle attività della amministrazione comunale. In questo senso, sono convinto che la costruzione di un bilancio partecipato è un requisito essenziale per rendere i cittadini protagonisti del proprio futuro e per questo deve essere considerato un obiettivo da perseguire senza indugi».

Nuovi spazi alle associazioni: «È un obiettivo primario da programmare. C’è bisogno di nuovi spazi, spazi fisici, da destinare al mondo dell’associazionismo affinché quest’ultimo sia in grado di riunirsi e progettare le proprie attività».

Partecipazioni degli immigrati: «Esiste, da sempre, un problema di estensione della cittadinanza nel nostro paese e di conseguenza nel nostro comune. La Costituzione italiana, che è una delle carte costituzionali più avanzate del mondo, risente ancora della mancata attuazione della parte che si riferisce ai diritti sociali e di cittadinanza. C’è la necessità di meglio articolare la materia e credo che le comunità locali abbiamo molto da fare per sensibilizzare chi deve provvedere a legiferare sul delicato settore».

La deriva del mondo giovanile: «Si tratta di un fenomeno complesso che a Rieti è molto sentito. Un motivo può essere ricondotto alla carenza di attenzioni verso i giovani. Alcol, droghe, videodipendenze, che nel nostro territorio risultano essere in continuo aumento, sono il frutto di una sostanziale disattenzione verso questo mondo. Localmente è possibile trovare le giuste forme per contrastare tali carenze attivando spazi in cui i giovani possano ritrovarsi, dialogare, esprimersi».