Volontariato, che brutta parola!

Volontariato, che brutta parola! Perlomeno l’uso che se ne fa contiene spesso delle sfumature negative, che vanno dal paragonarlo ad una forma di “sfruttamento” fino a identificarlo con un modo creativo di perdere tempo.

Forse, però, andrebbe analizzata con maggiore profondità. Perché il termine “Volontà” da cui deriva è una delle massime espressioni della natura umana, e le persone che lo praticano concretamente fanno della volontà del bene comune una loro ragione di vita. La legge del profitto, del dare per avere, è ben praticata anche dalle scimmie!

Così, la notizia che anche quest’anno partirà il Servizio Civile nella nostra città, acquista maggiore rilevanza.

Il 4 di ottobre sono usciti i bandi per il Servizio Civile Nazionale. I sei progetti saranno rivolti ad un totale di diciassette volontari i quali percepiranno un rimborso spese, che fa sempre comodo. La possibilità di fare domanda scade il quattro novembre alle 14:00. Per cui sbrigatevi!

I progetti sono:

Il cassetto dei ricordi: opera di assistenza agli anziani che si svolgerà alla casa di riposo per anziani Manni e vedrà coinvolti i bambini in un interscambio generazionale con gli ospiti per un opera di trasmissione e conservazione della memoria storica.

Aggiungi un posto a tavola: prevede attività che vanno dall’aiuto in sala e cucina al interazione con gli ospiti che si svolgeranno alla mensa di Santa Chiara gestita dalla Caritas.

A scuola insieme: consisterà nel maggiore coinvolgimento degli utenti dello Spazio Famiglia, centro per minori della Scuola Elementare di Quattro Strade, in cui i bambini disagiati socializzano e svolgono attività scolastiche.

Pronti per ogni emergenza: si realizza nella collaborazione con la Protezione Civile per la difesa del territorio e la prevenzione dei rischi ambientali, la sede sarà all’ufficio Informagiovani.

Genitori oggi: concretizzerà l’aiuto delle famiglie con bambini piccoli negli asili di Villa Reatina e v.le Maraini attraverso la costituzione di incontri in cui i genitori si confrontano sulle loro esperienze.

Gli altri siamo noi: favorirà l’inserimento sociale di disabili fuori dalle mura domestiche acquisendo maggiore autonomia a fianco dei lavoratori dei servizi sociali.

Si vede subito come il Servizio Civile coinvolga tutte le fasce d’età e i possibili bisogni dei cittadini di Rieti, fornendo anche una risposta all’aggravarsi delle condizioni sociali a causa della crisi economica.

E proprio in riferimento alla città c’è un aspetto determinante del Servizio Civile. I volontari, insieme e sotto la guida dell’Informagiovani, svolgono un ruolo di sostegno all’Amministrazione anche durante le manifestazioni importanti. L’esperienza passata non lascia dubbi al riguardo, pensiamo a eventi come “Rieti città amica dei bambini” o agli Europei Juniores di Atletica Leggera, e questa partecipazione attiva alla vita pubblica, vera identità del cittadino, coincide con quella che Giorgio Gaber definiva essere la libertà.

Ma è “dentro” il volontario che cambiano le cose. Innanzitutto si conoscono tanti ragazzi e ragazze con cui stringere rapporti anche al di là del rispetto reciproco. Si diventa qualcosa a metà tra compagni di scuola e colleghi di lavoro, e fuori dal servizio non può non crearsi un gruppo che condivide le gioie e i dolori caratteristici dei ventenni. Senza contare la possibilità di costruire con qualcuno di loro un’amicizia o qualcosa di più…

Andando ancora più in profondità, è nell’anima e nella mente che avviene qualcosa, mediante il contatto con persone in difficoltà e con gli operatori che se ne occupano. Occasione di crescita nel vero senso del termine, aumento di esperienza accantonata dietro ad ogni ora di lavoro per essere spesa dopo, quando la vita ritorna alla normalità.

Se è ingenuo pensare che gli individui compiano azioni disinteressate, è però autentico l’interesse che nasce nell’aiutare gli altri, avendo alle spalle una struttura competente ed ugualmente ispirata. Sarà pure un interesse piccolo e condizionato ma esprime un sentimento che è parte di ogni uomo e che possiamo definire solo generosità, colonna portante del servizio civile e questa si una bella parola.

A cura di Caterina D’IppolitiSamuele Paolucci