Vira, virales, virii

I virus sono entità biologiche con caratteristiche di parassita obbligato, la cui natura di organismo vivente o struttura subcellulare è discussa, così come la trattazione tassonomica. Per tale ragione sono considerati l’anello di congiunzione tra composto chimico e organismo vivente.

In pratica, nonostante siano presenti sulla terra da miliardi di anni e vengano studiati da scienziati di tutto il mondo, i virus rappresentano per noi ancora un rompicapo, tanto da non occupare nell’albero della vita una posizione certa.

Nel 2003 però è stata fatta una importante scoperta che ha aiutato i ricercatori a comprendere meglio il ruolo dei virus all’interno del “sistema Terra”: Mimivirus è il nome di un virus a DNA dalle caratteristiche molto singolari. Fino a poco tempo fa è stato il più grande virus conosciuto, sia in termini di dimensioni della particelle sia del suo contenuto genetico: il suo genoma infatti codifica quasi 980 proteine, tra cui le prime quattro mai individuate al di fuori degli organismi cellulari.

Considerati un tempo una forma particolarmente primitiva di organismi si è succesivamente passati a considerare i virus procarioti specializzatisi in un parassitismo spinto che ha portato ad una loro estrema semplificazione o, data la loro notevole varietà e diversità, come frutto di una evoluzione parallela che avrebbe interessato indipendentemente i diversi regni e sottoregni della vita.

La comprensione del significato delle caratteristiche uniche di Mimivirus è rimasta peraltro limitata soprattutto per l’assenza di qualsivoglia parente di Mimivirus al quale poter valutare una divergenza evolutiva.

Durante quest’anno però un gruppo di ricercatori francesi del CNRS ha scoperto un nuovo virus, ancora più grande del precedente, chiamato Megavirus chilensis, isolato a largo delle coste del Cile e che sembra in grado di codificare per 1120 proteine.

Da una comparazione fatta tra i due virus è risultato che Megavirus possiede tutte le caratteristiche genomiche principali del Mimivirus, avendo inoltre un 23% di geni in più che non hanno omologhi in Mimivirus.

Questi dati, osservano i ricercatori, sembrerebbero corroborare l’idea che il rapporto genetico tra i due virus rappresenti un lignaggio evoluto da un genoma cellulare ancestrale attraverso meccanismi di evoluzione riduttiva.