Unigenito Figlio di Dio nato dal Padre

“Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome”. L’Apostolo Paolo si astiene anche lui dal pronunciare questo Nome ineffabile e lo sostituisce con “Adonai”, che in greco suona “Kyrios”, in latino “Dominus” e in italiano “Signore”. “Ogni ginocchio – continua il testo – si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami: Gesù Cristo è il Signore!, a gloria di Dio Padre” (Fil 2,8-11). Ciò che egli intende con la parola “Signore” è precisamente quel Nome che proclama l’Essere divino. Il Padre ha dato a Cristo – vero uomo – il suo stesso Nome e il suo stesso potere. Lo dice anche Gesù: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra” (Mt 28,18). Questa è la verità inaudita racchiusa nella proclamazione: “Gesù Cristo è il Signore!”. Gesù Cristo è “Colui che è”, il Vivente.

San Paolo non è il solo a proclamare questa verità: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo – dice Gesù nel Vangelo di Giovanni – allora conoscerete che Io Sono” (Gv 8,28) e poco prima diceva: “Se non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati” (Gv 8,24). Il perdono dei peccati avviene ormai in questo Nome, in questa Persona. Nel racconto della Passione, si riferisce cosa avvenne quando i soldati si accostarono a Gesù per catturarlo: “Gesù, sapendo tutto quello che doveva accadergli, si fece innanzi e disse: Chi cercate? Gli risposero: Gesù, il Nazareno. Disse loro Gesù: Sono Io! … Appena disse loro: Sono Io, indietreggiarono e caddero a terra” (Gv 18,4-6). Perché indietreggiarono e caddero a terra? Perché egli aveva pronunciato il suo Nome divino, “Io sono”, ed esso, per un istante, era stato lasciato libero di sprigionare la sua potenza. Come per Paolo anche per l’evangelista Giovanni, il Nome divino è strettamente legato all’obbedienza di Gesù fino alla morte: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato” (Gv 8,28). Gesù non è Signore contro il Padre, o al posto del Padre, ma “a gloria di Dio Padre”.

Non è bastato a Dio parlarci del suo amore “per mezzo dei profeti”. “Ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1,1-2). C’è un differenza enorme rispetto a prima. Gesù non si limita a parlarci dell’amore di Dio, come facevano i profeti: Egli “è” l’amore di Dio, perché “Dio è amore” (1 Gv 4,16) e Gesù è Dio!

(da: Il potere della Croce)

Per gentile concessione della casa editrice Ancora.