Trasferta romana per i giovanissimi di Ac, tra fede, teatro e incontri

Trasferta romana, per i giovanissimi di AC di Rieti, che si sono uniti nell’Urbe ai coetanei della parrocchia San Barnaba (in loco la parrocchia di riferimento per la presidente diocesana Silvia Di Donna, che per lavoro si divide tra Rieti e Roma) per una giornata di condivisione culminata, il tardo pomeriggio, nella visione dello stimolante spettacolo teatrale Come Cristo comanda di Michele La Ginestra.

Giornata iniziata al centro di Roma, dove il gruppetto di adolescenti giunto da Rieti si è incontrato con i giovanissimi giunti dalla parrocchia del quartiere Prenestino-Labicano, per radunarsi a San Luigi dei Francesi, per l’occasione riservata al gruppo: nella splendida chiesa che conserva splendide opere d’arte (le tele del Caravaggio e Guido Reni, gli affreschi del Domenichino), la celebrazione eucaristica della prima domenica di Quaresima, presieduta dall’assistente diocesano dell’Azione Cattolica reatina don Zdenek Kopriva, che con la sua omelia ha dato il tono spirituale alla giornata.

È seguita una passeggiata in centro, sfidando la pioggia, fino a raggiungere via della Conciliazione, dove si trova la sede storica dell’Azione Cattolica Italiana: qui i ragazzi hanno potuto visitare l’edificio in cui l’associazione ha ancora la propria sede legale (anche se da tempo gli uffici del centro nazionale sono collocati al quartiere Aurelio nello stabile della Domus Mariæ), nello spirito del custodire la memoria di una storia gloriosa che ha da poco raggiunto, per l’ACI, i 150 anni di esistenza. Il tempo di percorrere poi tutta la via ed ecco spalancarsi il colonnato di piazza San Pietro: qui, ancora sotto la pioggia, il gruppo ha applaudito papa Francesco, affacciatosi a mezzogiorno per l’Angelus.

Dopo aver accolto le sue parole e con lui innalzato la preghiera mariana, trasferta a San Barnaba, per consumare il pranzo offerto dalla parrocchia che viveva in tale domenica un’agape comunitaria (presenti anche i giovani più grandi della folta AC parrocchiale che avevano vissuto una mattinata di ritiro). Dopo pranzo, spazio alla riflessione e al confronto, incentrati sul tema della scelta.

Quindi, nuovo spostamento, destinazione Nomentano, dove si trova il Teatro 7, ex sala parrocchiale che Michele La Ginestra, d’intesa col parroco, ha voluto rendere luogo di rappresentazioni capaci di stimolare lo spettatore a interrogarsi nel proprio io, e che in questi giorni propone Come Cristo comanda: uno spettacolo – ha spiegato il poliedrico attore romano (che a settembre era intervenuto all’incontro pastorale della Chiesa retina svoltosi a Contigliano) – nato «dalla volontà di esprimere qualcosa di straordinario, e altro non poteva essere che nei panni di due uomini della milizia romana che parlano di morte e resurrezione di Cristo. Senza dubbio un personaggio singolare. Scegliere di fare l’attore per me è stato importante perché capire qual è il tuo talento e metterlo a servizio ti dà forza. Cosa fare da grande non è un tema semplice, ma per comprendere serve un po’ abbandonarsi all’ascolto e a volte non ce la facciamo da soli, per questo conviene appizzare le orecchie».

Emozionante la sua performance nel ruolo di Stefano: con tale nome si immagina il soldato della legione romana di stanza a Gerusalemme che, sul Golgota, si trovò a dare acqua e aceto da bere a Gesù innalzato sulla croce. Una recitazione appassionata, quella di La Ginestra, affiancato da Massimo Wertmuller nei panni di Cassio, centurione rimasto folgorato dal mistero della risurrezione di Cristo. Facile per La Ginestra, con la sua sagace comicità e la sua abilità istrionica, catturare l’attenzione dei giovanissimi, che hanno seguito lo spettacolo in modo appassionato cogliendo le dense provocazioni che esso punta a suscitare.