Terrorismo e mondo pericoloso

Nell’attentato di mercoledì 18 nel museo del bardo a Tunisi, si sono registrate le prime quattro vittime italiane dell’Isis. Il totale dei morti è di 24 tra turisti, polizia e cittadini. Una strage che lo stato islamico non ha esitato a rivendicare, con quel macabro orgoglio che lo contraddistingue.

È sempre più difficile ragionare a mente fredda sul fenomeno del terrorismo, avendo periodicamente negli occhi l’orrore. Soprattutto in questa forma così imprevedibile e inedita anche rispetto agli attentati del 11 settembre. Eppure c’è una riflessione da svolgere proprio adesso e che crediamo ci aiuterà a capire gli eventi futuri. Quanto è pericoloso il mondo in questo momento?

Che cosa rende rischioso uscire per strada lo sappiamo tutti. Ma c’è un rischio maggiore nel andare in alcuni luoghi a causa dell’Isis? E se si dove? Non abbiamo le capacità di rispondere puntualmente a queste domande, ma una valutazione d’insieme suggerisce che i casi ad oggi siano troppo pochi per dire che è meglio non andare in giro, o sconsigliare ufficialmente paesi dove non c’è una guerra in atto. Meno che mai ci sentiremmo di vietare viaggi in Europa o in America.

Sembra irrispettoso appellarsi ai numeri quando c’è il sangue in ballo. Ma se non riusciamo a vedere le cose con critica razionalità non seguiremo mai i cambiamenti in atto. C’è il rischio di non accorgersi di un pericolo vero e localizzato a dire che tutto il mondo è pericoloso.