Il girone dei mediatici

Molto probabilmente il mondo non è un paradiso. Ma se invece fosse un inferno, sappiamo già in quale girone ci aggireremmo: quello dei mediatici. Irresponsabili, volgari, ignoranti, inconsapevoli… ci sono decine di aggettivi per specificare il peccato comunicativo che stiamo perpetrando.

La pioggia di programmi televisivi, lo scorrere dell’inchiostro su giornali e riviste patinate e il ristagnare nelle librerie di saggi e inchieste. Questo è il paesaggio della bolgia contemporanea. E tutto dedicato alla più feroce moralità che accusa colpevoli e sospetti, con argomentazioni semplici e inattaccabili. Senza mai analizzare i fatti o porsi dei dubbi.

Un caso su tutti è quello degli scandali politici. Il contrappasso per un paese corrotto è di avere una tv che parla sempre (inutilmente) di corruzione. Continuamente e con gli stessi schemi che si ripetono: “noi” contro “loro”, “devono andare a casa”, “è una vergogna”, ecc. Un rumore di fondo a portata di telecomando.

In ogni mezzo di comunicazione convivono violenza e politicamente corretto. Il rispetto acritico per (quasi) tutti si mescola a pregiudizi nascosti un po’ dappertutto. La concentrazione della proprietà, unita alla sempre maggiore difficoltà per le piccole realtà ad affermarsi, peggiora la situazione, spingendo ad inseguire un conformismo il più vasto possibile. I pochi demoni che gestiscono il mondo dell’informazione insomma non sono solo cattivi ma anche a corto d’idee per torturarci.