È partita ordinata e leggera la carovana che ha condotto i reatina a Roma per il Giubileo dei malati e delle persone disabili. A salutarla frizzante, all’albeggio, monsignor Pompili. A guidarla il passo deciso del direttore Nazzareno Iacopini e del braccio destro Stefano Veglianti: due uomini dello Stato prestati all’aiuto dei malati alla guida della Pastorale della Salute, cui si deve l’eccellente organizzazione della giornata. Ai pellegrini, i ritardi e gli inciampi di rito. Sono quattro gli autobus, due le ambulanze, due i pulmini che oggi hanno portato a Roma circa trecento fra malati e volontari. Con loro i simboli di numerose associazioni del territorio: l’Unitalisi, la Misericordia di Rieti, i Cavalieri del Sovrano Ordine di Malta, l’Associazione Parkinson Rieti, i volontari del Centro Sanitario Diocesano.
Altri pellegrini raccolti lungo la strada, altri ancora ad aspettare vicino ai tornelli di piazza San Pietro. Davide invece scende con mamma dal Gianicolo: i dottori dell’Ospedale Bambino Gesù gli hanno concesso di allontanarsi dalla sua stanza per qualche ora… È lì, tra i più prossimi al Papa, con Alessandro e Sofia.
Li riconoscevi dai cappellini color bordeaux, il colore della nostra Città venuta a celebrare con la leggerezza dell’amore un evento unico. Per partecipazione: tantissimi i Paesi rappresentati, tantissime le Associazioni e le Diocesi. Unico perché celebrato dai protagonisti: i malati, i familiari, gli amici. Quasi a ricordarci che la Chiesa siamo noi. La celebrazione della messa “rappresentata” è il corollario di tante storie narrate dai gradoni antistanti la Basilica. E non c’è enfasi, lacrima o affanno: quello che ascolti è tutto un inno di grazie leggero. Unico per la forza spirituale che illumina il Santo Padre.
Cadono gocce d’acqua su questo sagrato. Non sono lacrime ma musica. Quella che scrive un popolo che nulla vuole insegnare, che molto vuole dare e condividere. E così, mentre una pioggia impertinente regala a piene mani il pranzo ai clandestini senza nome che ti vendono al volo un impermeabile che colora la folla con un arcobaleno, il volto che scorre sugli schermi di Jean Vanier ti narra che gli ultimi chiedono solo di “essere guardati”. Te lo ricorda il gabbiano che volteggia e si posa sulla spalla dell’Apostolo, a cui dà voce il Santo Padre: «Amare nonostante tutto..La felicità che ognuno desidera può essere raggiunta solo se siamo capaci di amare..la vera sfida è chi ama di più».
E se «il modo in cui affrontiamo la sofferenza ed il limite è il criterio della libertà con cui amiamo la vita» il messaggio della giornata di oggi riguarda tutti, poiché nulla è più umano del dolore e della compassione.
Mentre la carovana se ne torna verso casa, lungo la strada ad accoglierla il verde impastato con l’acqua ed il giallo del grano, lo sguardo torna a Davide ed al Colle del Gianicolo. Al suo cuore malato che lotta nel cuore di Roma. Con la libertà di chi ama. Tutto questo è Misericordia.
Foto di Samuele Paolucci