Tecnologia

Tanti auguri web!

La grande rete celebra i suoi primi trent'anni

Una rete, in pochi decenni, è riuscita a circondare il globo terrestre, allargando le maglie del sapere, riducendo le distanze ma intrappolando talvolta l’uomo. Tutto ha avuto inizio con tre lettere: www. Sono le prime, ancora oggi, a introdurre ogni accesso a un sito internet. Rappresentano le chiavi d’ingresso alle porte del mondo digitale, così da navigare verso ogni indirizzo — ad oggi quasi due miliardi di siti — tra le infinite autostrade della Rete. Tre lettere che stanno per World Wide Web, letteralmente “Rete di grandezza globale”.

È il Web che compie trent’anni. Era infatti il 12 marzo 1989 quando un giovane ricercatore britannico dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern) di Ginevra ha proposto al suo supervisore un progetto per organizzare la condivisione di informazioni tra studiosi di università e istituti di luoghi differenti. Un sistema basato sull’accesso ai contenuti da diversi computer attraverso il sistema dell’ipertesto, ovvero dei collegamenti tra pagine. Tim Berners-Lee aveva allora trentaquattro anni e insieme al collega belga Robert Cailliau, in pochi anni ha costruito le fondamenta del Web poi rese disponibili con licenza libera. Il primo sito al mondo era dedicato proprio al progetto del World Wide Web.
Il computer su cui lavorava Berners-Lee, della società NeXT fondata da Steve Jobs dopo il suo primo addio ad Apple, è ora esposto al Museo Microcosm, situato all’interno del Cern, nel comune di Meyrin a Ginevra. L’istituto europeo di ricerca ha voluto celebrare il trentesimo anniversario della nascita del Web con un evento, organizzato nella sua sede in Svizzera.
Internet è diventato «una piazza pubblica, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, un ufficio, un cinema, una banca e molto altro ancora» ricorda sir Tim Berners-Lee.

«Ovviamente con ogni nuova funzionalità, ogni nuovo sito web, il divario tra chi è online e chi no aumenta, rendendo ancora più necessario rendere disponibile il web per tutti».
Ad oggi circa metà della popolazione mondiale infatti non ha ancora accesso alla Rete. Il digital divide colpisce i paesi meno sviluppati al mondo. Secondo Andrea Tomasi, docente di Ingegneria informatica all’Università di Pisa «l’invenzione del world wide web ha avuto il merito di rendere la rete aperta, libera e gratuita. Chi ha inventato l’ipertesto e poi il web aveva in mente una rete che servisse per condividere la conoscenza tra ambienti di ricerca. Subito dopo si è accorto che il web stava diventando non solo un fatto tecnico ma un luogo sociale. Due prospettive ne hanno accompagnato in questi trent’anni la visione: l’idea originaria di promozione e diffusione della conoscenza e dunque libera e gratuita senza barriere di accesso. Una seconda: un luogo enorme facilitatore di modelli economici basati sul valore delle azioni digitali, pubblicità, numero di visitatori e tempo di permanenza. Oggi il nuovo tema della profilazione degli utenti resta aperto».

A distanza di tre decadi, il fondatore Berners-Lee, chiedendo leggi e regolamenti per l’era digitale, individua tre principali fonti di disfunzione del web: gli attacchi informatici e i comportamenti criminali; la progettazione di un sistema di incentivi in cui il valore dell’utente viene sacrificato e la diffusione virale della disinformazione; l’oltraggio e la polarizzazione del confronto online.
L’Organizzazione europea per la ricerca nucleare ha coinvolto tecnici ed esperti informatici per ricreare il primo sito internet e programma di navigazione della storia digitale.
Internet appare oggi come una ragnatela digitale che ha intessuto il globo di fili invisibili di conoscenza, vicinanza, impensabili e straordinarie opportunità ma sui cui filamenti si sono andati formando diversi nodi, composti di solitudine, intransigenza, abuso.

Il passaggio ai social ha aumentato una diffusione orizzontale del web rendendolo non soltanto uno strumento da cui ricevere informazioni ma nel quale poter interagire direttamente, offrendo a tutti l’impressione di avere una platea enorme e coinvolgibile, talvolta anche nel proprio narcisismo comunicativo.

Per Andrea Tomasi «‘nel Messaggio per cinquantatreesima Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali Papa Francesco ci ha richiamato alla necessità di un rinnovamento della rete: “Siamo membra gli uni degli altri”. Esortandoci ad una azione personale e comunitaria di promozione, anche nelle reti sociali su internet, della Verità delle cose, di quello che si afferma e dell’uomo. Portando premura verso la valorizzazione di tutto ciò che promuove la comunione».

Sembra di immaginare Tim Berners-Lee con l’intero team di ricercatori, mentre guarda oggi alla sua creatura. La Rete come un Odradek contemporaneo: il personaggio di un rocchetto di filo piatto, che si regge in piedi, a forma di stella, con una voce simile al suono del fruscio di foglie, così come lo ha immaginato Franz Kafka nei suoi Racconti. Odradek che con i suoi fili «si trova ovunque» mentre, rotolando veloce, scorre di casa in casa.
E oggi, a sessantatré anni, il creatore del web che, soffiando su questo anniversario, come Kafka nel tormento del capofamiglia sembra chiedersi: “che sarà di lui? Chissà se può morire?”. ‘”Lo vedrò dunque un giorno rotolare giù per le scale, davanti ai piedi dei miei figli e dei figli dei miei figli trascinandosi dietro il suo filo di refe?”.
Buon compleanno, Web.

di Fabio Bolzetta, per L’Osservatore Romano