Umiliati ed offesi! Lettori nauseati dalla pubblica volgarità reatina! Disillusa plebe! Amici!
Ci piacerebbe offrirvi un’oasi, un minimo ristoro, uno svago. L’impresa è quasi disperata. Di conforto, però, avete gran bisogno, specie se, ultimamente: non avete fatto acquisti con carta di credito Rai; non avete elogiato ex-assessori per le virtuose rinunce post-tribunalizie; non avete gradito i… ritorni di fiamma di ex-sindaci in doppiopetto; non avete “democraticamente” truffato decine di soci di cooperative.
Il sollievo che possiamo arrecarvi è ben misera cosa, ma verace. Speriamo vogliate gradire il nostro piccolo gioco letterario. Potremmo chiamarlo “Azzecca la pagliuzza”.
Si tratta, infatti, di scovare minuscole, innocue amenità nella produzione vasta e polimorfa dei Maestri del pensiero reatino. Arrangiatevi voi a scoprire chi siano tali mega-Autori.
Vorremmo citarne ben quattro, seppur velocemente. Il tema è volutamente alto, diremmo siderale.
Basta con le stalle, lo sterco, l’indignazione. Parliamo di stelle. Sentite: «quelle stelle spente che, come satelliti senza orbita, ruotano saltellando nel vuoto perché senza orbita». Visto che stile, che concezione ardita? Ma a più alte vette ci conduce un altro Autore: «e cade devastato come luminosa meteora dall’alto cielo divenendo nuvola di sabbia che disfà nell’universo». Non avete capito bene la dinamica? Poco male. Vi aiuterà un terzo Maestro: «nel frastuono silenzioso di un universo perso tra le stelle». Rendiamo omaggio a cotanto talento cosmologico. Più realistico, dimesso ma ottimista il quarto Scrittore: «le stelle cadevano loro addosso senza fare male».
Rassicurante, no? Non fanno male e quindi può rispondergli un suo Pari: «portami una cascata di stelle franate». Che meraviglia, cari zucconi, che dialoghi sublimi!
Infine si noti l’acuto spirito di osservazione, lo sguardo poetico eppur sintetico: «ancora una volta tra il verde sono le ciliegie». Da restar senza fiato. «Un crepuscolo in un orizzonte». Commenta un amico: una martellata in fronte!
Noterelle di cronaca pubblicitaria
Sta accadendo realmente, in questi giorni, sotto i nostri occhi.
Suona all’incirca così: «se siete candidati, vi facciamo noi la campagna elettorale. Prezzi modici».
Geniale. Uno spot a portata di tutti. Capito il vantaggio? Capita la privatizzazione? Capito?
Speriamo che non venga in mente a qualche consulente creativo di istituire la Festa del candidato. Perlomeno, non a spese dell’Erario.