Sinistra per i Beni Comuni: attenzione al revisionismo

Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.

Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

Sempre più spesso negli ultimi mesi si rintracciano, tra le cronache cittadine e provinciali, atti e comunicati di un sedicente comitato che intenderebbe celebrare i 70 anni della RSI. Ora, RSI, sta esattamente per Repubblica Sociale Italiana, cioè quella robetta che, negli ultimi rantoli del fascismo, tentava di istaurare in Italia uno stato sotto il diretto controllo dei nazisti tedeschi.

Basterebbe questo per farsi un’idea dell’alto patrocinio morale sotto il quale questa gentaglia pretenderebbe di agire. Se non fosse che rigurgiti neofascisti e reazionari si affacciano prepotentemente in Europa, e, anche con il sostegno dell’occidente in crisi, cercano, e spesso riescono, a rovesciare governi democraticamente eletti. Basterebbe leggere con occhi diversi e, soprattutto, fonti informative diverse, quanto sta avvenendo in Venezuela e in Ucraina.

Da qui l’attenzione che tutte le forze antifasciste e democratiche debbono sempre porre a questi fenomeni, perché la retorica nazionalista e dei morti tutti uguali, al tempo di una crisi devastante che spinge naturalmente le persone a destra, può essere il brodo di coltura naturale per sentimenti razzisti, forieri di un nazionalismo dai caratteri autoritari e che vedono nel diverso, nel debole, nello straniero, la causa di ogni male.

Premesso che i morti non sono tutti uguali, che la guerra di liberazione è stata la guerra di un popolo che si ribellava all’occupazione, per la libertà e la dignità di una nazione umiliata e offesa dal giogo nazifascista, e chi moriva per la RSI moriva al servizio di una potenza straniera, dovremmo ricordare sempre che quei valori di libertà e uguaglianza sono alla base della nostra Costituzione, per un Italia Democratica, Repubblicana e Antifascista.

E, proprio per non dimenticare, ricordiamo che il Comune di Rieti ha recentemente approvato un ordine del giorno che prevede di non concedere nessuno spazio pubblico a chi si richiama espressamente a ideologie fasciste e naziste, sollecitando gli organi di competenza a redigere i relativi atti consequenziali.

In concomitanza con le prossime celebrazioni che si svolgeranno anche a Rieti in occasione, questo sì, di una anniversario degno, i 70 anni della Liberazione, chiediamo a tutte le forze, politiche, sindacali, di movimento, partigiane, alle istituzioni, di rimarcare lo spirito e la lettera della Costituzione, di rigettare qualsiasi tentativo revisionista o subdolamente conciliatorio, di avere il coraggio della nettezza e della verità.