Che la destra reatina non abbia accettato di perdere l’egemonia culturale che ha avuto per un ventennio sulla città è risaputo, ma che tra gli alfieri di questa “controffensiva” vi siano la consigliera comunale (già consigliera regionale) Lidia Nobili e l’ex assessore nonché ex capogruppo in Provincia, nonché ex segretario provinciale di AN, nonché ex molte altre cose, Costini, è quantomeno risibile.
Lidia Nobili, colei che finì sulle cronache nazionali e su “Presa diretta” di Riccardo Iacona, a causa delle dichiarazioni di Fiorito, ha ricoperto in tutto il decennio 2000 diversi ruoli di primo piano nelle amministrazioni che hanno causato la voragine di bilancio che l’amministrazione Petrangeli sta coraggiosamente cercando di coprire; Costini, sconfitto alle regionali, poi alle provinciali ed, infine alle primarie del centrodestra, è colui che dichiarò il 21 ottobre 2011 (cfr. Il Messaggero) “la verità è che chi sappia leggere i conti del Comune sa perfettamente che ci abbiamo messo un’ipoteca per i prossimi vent’anni e che di questo ultimo decennio al governo di Rieti resteranno solo macerie”, rivolgendosi ai suoi sodali di partito. Adesso, la prima si appella ad un formalismo e riesce persino ad utilizzare termini quali “arroganza” e “supponenza”, anziché scusarsi per la politica spendi e spandi della destra reatina, il secondo ironizza sulla presunta rottura del patto di fiducia tra amministrazione e popolo reatino e sul fatto che alcuni consiglieri di maggioranza non abbiano votato il bilancio.
Stiano tranquilli, l’amministrazione lavora e va avanti. Sarebbe stato molto più comodo vivacchiare e non “prendere il toro per le corna”, evitando scelte impopolari ma il lascito alla città sarebbe stato tutt’altro che benefico. L’equilibrio di bilancio è un bene pubblico, al pari della città a misura d’uomo. Questi sono, per noi, anche valori. Lo hanno capito e cercano di invertire la tendenza, ma anche i cittadini lo hanno capito; basta leggere i dati delle ultime elezioni, politiche e regionali, per rendersi conto che una città che era considerata (non a torto) una delle “capitali” della destra in Italia, oramai non è più tale.