Risorse Sabine: questo è il punto

Non è arrivato nulla di buono per i 107 lavoratori di Risorse Sabine dall’incontro di ieri in Regione. Si fa dunque pericolosamente più vicino il triste traguardo del licenziamento collettivo: il 13 gennaio l’assemblea dei soci disporrà la messa in liquidazione della società.

Gli spazi di manovra sembrano ormai limitatissimi, complice anche lo svuotamento di competenze e di risorse della Provincia. Impossibile pensare ad una ricapitalizzazione o a nuovi contratti di servizio. Sostanzialmente impraticabile la migrazione dei lavoratori verso altre società partecipate pubbliche.

Secondo quanto emerso dall’incontro di ieri con gli assessori regionali, non c’è neppure da sperare in un «ritorno» nel bacino dei lavoratori socialmente utili e nemmeno in ulteriori ammortizzatori sociali: l’assessore Valente ha stimato in massimo cinque mesi la Cassa Integrazione in Deroga, per non togliere risorse ad aziende ancora vitali.

Un duro colpo per i lavoratori della società “in house” della Provincia, che da giorni occupano l’Aula consiliare. Ma la mobilitazione va avanti. In attesa di portare la protesta a Roma, nella sede della Regione, questa mattina i dipendenti di Risorse Sabine hanno bloccato la Salaria e manifestato in centro.

Una protesta senza dubbio incisiva, anche se alcuni toni sono spiaciuti al Partito Democratico della provincia di Rieti, che «pur comprendendo la delusione e la rabbia dei lavoratori di Risorse Sabine, ritiene inappropriati, privi di logica e controproducenti gli insulti rivolti ai propri dirigenti da un gruppo di partecipanti alla manifestazione di protesta».

«Chi sotto la sede del Pd di Rieti ha attaccato i dirigenti – dichiarano dalla direzione del partito – deve rammentare che è stato proprio l’impegno di quelle stesse persone a permettere ai 107 lavoratori di avere un lavoro ed un reddito fino ad oggi: una cosa tutt’altro che scontata considerato quello che è accaduto in altre province negli anni passati».

Dopo aver ricordato di aver «continuato a lavorare per cercare di dare una soluzione ad una situazione che ha assunto risvolti drammatici» il PD solleva dalle responsabilità la dirigenza locale puntando il dito contro «i drastici tagli che nel tempo i vari Governi che si sono susseguiti hanno attuato nei confronti delle Province italiane».

Il partito si dichiara quindi «pronto ad impegnarsi per trovare soluzioni percorribili, ma ritiene intollerabili le offese rivolte al partito e ai propri dirigenti».

Intanto il Presidente della Provincia Giuseppe Rinaldi prova a abbozzare una qualche prospettiva di salvezza «senza creare false illusioni» ma ricordando nell’incontro di ieri con gli assessori regionali Refrigeri e Valente «non è stata però esclusa la possibilità di trovare tra le pieghe del bilancio regionale fondi per finanziare, direttamente o attraverso la Provincia, alcune attività da far svolgere alla società».

«Ciò permetterebbe, attraverso una contestuale ristrutturazione della società, di dare lavoro almeno ad una parte dei dipendenti della società partecipata della Provincia» aggiunge Rinaldi che sollecita al Consiglio regionale o alla Giunta «uno specifico emendamento» che «preveda specifiche risorse per questa vertenza».

Una richiesta cui chiama ad unirsi «tutti i rappresentanti politici ed istituzionali reatini, ognuno secondo il proprio ruolo e le proprie responsabilità, per evitare ulteriori perdite di posti di lavoro in un territorio già gravemente fiaccato delle numerose vertenze occupazionali».