Rieti maglia nera per il sistema sanitario. Basterebbe questo giudizio, riportato nei giorni scorsi dalla stampa nazionale e fornito dall’Isnart sulla base di dati ufficiali del Ministero della Salute, per giustificare l’allarme che si è nuovamente diffuso tra i reatini.
Il punto, ad oggi, non è tanto e non è solo stabilire se formalmente l’ospedale provinciale De Lellis verrà “declassato” a seguito del decreto ministeriale che lo indica come Ospedale di 1° livello – fatto questo che, secondo tecnici ed operatori, comporterebbe il rischio di perdere numerose specialità come Emodialisi, Emodinamica, Geriatria, Pneumologia e altre – ma trovare soluzioni concrete per uscire da lunghi anni segnati ormai solo da tagli e “razionalizzazioni” nell’offerta sanitaria.
Gli esperti certificano infatti che la provincia di Rieti è la peggiore per indice di attrazione ospedaliera il quale, in parole più semplici, indica la percentuale di ricoveri ordinari acuti in altra regione sul totale delle persone ospedalizzate residenti nella regione di interesse.
A questo, è utile affiancare un altro dato emerso nei giorni scorsi riguardante la vicina Umbria che, in fatto di mobilità interregionale, ha confermato un trend di crescita nella capacità di attrazione verso altri territori, con un saldo positivo di 10 milioni di euro nel 2013, grazie soprattutto alla performance dell’Azienda ospedaliera di Terni.
Come non ricordare, a questo punto, le sorti dell’ex ospedale di Magliano che la passata amministrazione regionale del Lazio ha di fatto chiuso spingendo buona parte della popolazione che si rivolgeva a quel nosocomio, ad indirizzarsi verso l’Umbria e Terni? Inoltre, proprio gli ospedali di Magliano e di Amatrice sono destinati a trasformarsi in “Casa della Salute”, al momento solo un concetto in attesa della definizione dettagliata dei contenuti di queste nuove strutture.
In questi giorni abbiamo letto e ascoltato le dichiarazioni dei sindacati e degli operatori della sanità reatina, oltre a quelle della Diocesi di Rieti, tutti preoccupati dalle ultime novità come il declassamento a centro prelievi del laboratorio analisi del De Lellis, stabilito da un decreto regionale del 5 luglio scorso. Nel dibattito in corso però, a nostro avviso, è mancata una sottolineatura importante: nel 2015 potrebbe terminare la fase di commissariamento della sanità laziale.
Ciò comporterebbe, finalmente, la possibilità di tornare a dialogare esclusivamente con la Regione Lazio, avendo maggiori possibilità di farsi sentire grazie anche alle rappresentanze del territorio. È oggi però che la comunità reatina deve dimostrare maturità e compattezza e, soprattutto, deve farsi trovare pronta, mettendo in campo azioni tempestive ed incisive.
Tante sono le annose criticità da affrontare, basti pensare ai posti di riabilitazione post-acuzie e a quelli di Rsa, ma abbiamo anche delle eccellenze da difendere con tenacia come i reparti di Radioterapia-Oncologia ed Emodinamica. Rietidecide propone dunque di prendere in mano la situazione: il Sindaco di Rieti, Simone Petrangeli, massimo responsabile sanitario del territorio e primo cittadino del Comune capoluogo, convochi entro settembre un Consiglio comunale straordinario presso la sede della Regione Lazio, invitando non solo tutti i sindaci della provincia, ma anche tutti i rappresentanti istituzionali reatini, i vertici della Asl, i medici e gli operatori della sanità, le associazioni di volontariato interessate.
Petrangeli si faccia promotore di una discussione ampia ma serrata che dovrà concludersi con l’elaborazione di una “proposta per la sanità reatina” da adottare durante il Consiglio Comunale straordinario che rappresenterebbe un gesto forte ma dal grande impatto.
Troppo spesso negli ultimi decenni abbiamo assistito a consigli comunali straordinari per questioni di importanza sicuramente minore rispetto al destino della sanità, oggi quindi è il caso di mostrarsi uniti e capaci di mettere in campo anche azioni forti e proposte concrete. E a nostro avviso, è proprio il Comune capoluogo a dover guidare un percorso che, siamo certi, troverebbe un attento interlocutore nel presidente Nicola Zingaretti.