Restituire il Convento di Santa Anatolia al popolo di Dio

La vicenda del Convento di Santa Anatolia dimostra che spesso la Chiesa dei Palazzi romani non capisce bene la sensibilità del popolo di Dio e compie scelte decisamente discutibili, meglio sbagliate.

Il Vescovo Lucarelli scrisse a chi di dovere, dopo aver saputo che la Villa era stata data in comodato ad un sacerdote che ne avrebbe fatto una casa di riposo, per manifestare il suo disappunto, quantomeno per non essere stato interpellato in merito.

Mons. Messina, ex bancario, basta aprire un qualsiasi motore di ricerca per vedere in quanti scandali sarebbe implicato, tra IOR denunce varie e mancati pagamenti a imprese per i lavori eseguiti, comincia subito a mostrare segni di poco equilibrio e tatto pastorale, non si sa bene perché.

Roma viene avvisata, ad un certo punto e più di una volta. Indagini, inchieste, il prete sparisce per un periodo, scrive lettere al vetriolo in cui spara su tutto e su tutti.

Passano gli anni, a Roma sanno, ma che fanno? Non si sa.

Con la mancata apertura dei cancelli del 7 luglio la misura è colma. Il popolo chiede un intervento e la Chiesa si deve muovere, senza stare ancora a vedere quale sarà la prossima performance del prete siculo-marchigiano.

È incardinato in una diocesi e il suo vescovo se lo deve riprendere; il popolo di Dio non vuole cani sciolti “legibus soluti”, le norme ci sono: che si rispettino e si facciano rispettare.

Se continua la commedia il Vescovo diocesano può anche chiedere l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine per aprire al culto, un giorno su 365, un Santuario che sta lì ed è frequentato dal popolo dal 1700 a oggi.

Ma noi credenti ci facciamo altre domande: perché dobbiamo pagare con l’8xmille lo stipendio a costoro? Che cosa se ne fa la Chiesa di questa gente? Non serve a niente! Serve al Vaticano? Se la porti lì a fare danni e a inquinare gli affari.

Non ci si lamenti poi se le chiese si svuotano, bisogna ripulire la Chiesa ed epurare gente che la danneggia e sbeffeggia con il suo comportamento il Vangelo.

Signori Prelati del Vaticano, datevi una mossa, eliminate chi intralcia l’annuncio del Vangelo. È ora, adesso! È vero che la Chiesa è guidata dalla Spirito Santo, ma a voi il compito di dargli una mano!

2 thoughts on “Restituire il Convento di Santa Anatolia al popolo di Dio”

  1. ELEONORA

    Non ci sono parole per descrivere quanto è accaduto. Il popolo di Castel di Tora è stato ferito dal comportamento di un uomo che dovrebbe, nel suo ruolo, accogliere fedelmente festeggiamenti religiosi secolari, che per il popolo di Dio sono una dimostrazione della loro cultura, religione e origini. Ma nonostante tutto Castel di Tora è riuscita ad essere superiore ad una persona non degna del proprio incarico. Festeggiando, comunque, la sua amatissima martire Santa Anatolia.

  2. elena

    Il popolo di Castel di Tora ha mostrato di essere fiero e degno di stima. Viva il rispetto delle tradizioni e l’uso degli antichi rituali che servono a tenere unite le persone.Questo Signor Messina mi chiedo che cosa ci stia a fare in un posto sacro,dato che non mi sembra proprio il suo ambiente …….

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