Prima l’Italia: il Sindaco e il volontariato in Comune

Vicenda a dir poco grottesca, che la dice lunga su quale sia il clima a Palazzo di città, in un contenzioso tra politica e struttura amministrativa, che ha prodotto come unico risultato la totale paralisi del Comune.

Ma ancor più grottesca appare la reazione del sindaco,almeno a voler dar credito a quanto riportato da alcuni quotidiani, che avrebbe bollato l’intervento del comandante Aragona come “inaudito”. Ora cosa ci sia di inaudito nel fatto che un pubblico ufficiale in divisa, chieda ad un soggetto presente nella segreteria comunale di identificarsi e di spiegare a che titolo abbia accesso a documenti sensibili, non mi è chiaro. Credo abbia semplicemente fatto il suo dovere.

Ancor meno chiara mi è la fattispecie di “volontario” nella pubblica amministrazione, soprattutto se, come riferito dalla stampa, trattasi di dipendente di un altro ente. A che titolo questa persona ha la possibilità di aver accesso ad informazioni riguardanti i cittadini? E quali sono le garanzie che l’amministrazione ha circa la riservatezza, la sicurezza di questo od altri volontari?

Forse il sindaco, o se preferisce il suo badante, o ancor meglio il segretario comunale, dovrebbero spiegare quali siano i compiti dei “volontari” comunali, e come eventualmente si possa accedere a questo servizio sociale, permettendo a tutti coloro che lo volessero, e non solo ai loro “compagni” di poter prestare la propria opera gratuita.

Insomma la Giunta Petrangeli fallisce anche nella tanto decantata trasparenza, dopo aver disatteso la partecipazione, ed aver dimostrato la propria totale inefficienza. La faccia una cosa buona il Sindaco, si dimetta, e torni a sfilare con i no global, gli riusciva meglio, e credo si divertisse anche di più!

5 thoughts on “Prima l’Italia: il Sindaco e il volontariato in Comune”

  1. consult

    E’ avvilente la parzialità di questo scritto (che rifiuto di definire articolo), come avvilente è costatare che ormai la chiave politica, intesa come tifo calcistico applicato alla gestione della cosa pubblica, vizi ormai la lettura di qualunque evento si verifichi: non sono un politico ne tantomeno iscritto ad alcun partito (come invece credo l’autore), ma la sola idea che uno sceriffo in divisa da vigile urbano possa arrogarsi il diritto di chiedere a chiunque incontri in comune i documenti e il contratto di lavoro mi fa ribollire. Sfido chiunque ad affermare che si reca al lavoro con il contratto in tasca. E in ogni caso andava richiesto l’intervento del segretario generale o del sindaco.
    A meno che, il fatto non sia riconducibile alla attività svolta dall’avvocato oggetto di invettiva, che non a caso aveva lavorato sui temi della trasparenza amministrativa, evidentemente coinvolgenti anche gli atti del dirigente della municipale. Ma questo, all’autore dello scritto di cui sopra non interessa….

    1. Chicco Costini

      Ma si un vigile urbano in divisa è uno sceriffo, tutti coloro che rappresentano l’autorità vanno deligittimati, e dentro i palazzi del comune chiunque può fare quello che vuole. Aboliamo anche il comune e facciamo una bella comune dove compagni e compagnucci possono fare quello che vogliono!! Questa è la trasparenza che vi piace….

      1. Consult

        Ecco appunto, parlando di parzialitá…. Ho detto uno sceriffo vestito da vigile non che i vigili sono sceriffi. Era capisco la difesa d’ufficio del dirigente caro Leila vecchia giunta di cui Costino ha ampiamente e diffusamente condiviso le responsabilità, compreso il lascito del vigile di cui sopra

      2. Consult

        Ecco appunto, parlando di parzialitá…. Ho detto uno sceriffo vestito da vigile non che i vigili sono sceriffi. Ora capisco la difesa d’ufficio del dirigente caro alla vecchia giunta di cui Costino ha ampiamente e diffusamente condiviso le responsabilità, compreso il lascito del vigile di cui sopra

  2. Fedele

    Il comandante ha agito dietro segnalazione facendo il suo dovere. Lavorare a titolo gratuito in un ente è illegale. È insopportabile questa disparità di giudizi che vuole giustizialismo differenziato a seconda di chi sia l’interessato. La legge è legge, non solo quando fa comodo.

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