Rieti, giovani confusi e solitudini di rete

Questa volta vogliamo dar retta ad un parere qualificato: «I più gravi dei mali che affliggono il mondo» sono «la disoccupazione dei giovani e la solitudine in cui vengono lasciati i vecchi». Lo ha detto il Papa in uno dei colloqui con Eugenio Scalfari su «La Repubblica» e, a giudicare sulla base del ristretto panorama cittadino, il Santo Padre sembra davvero aver colto un punto. Ma la sintesi – come è normale – taglia fuori le molteplici sfaccettature della realtà. E quella delle età agli estremi della vita è davvero articolata.

Ad approfondire la figura dell’anziano, ci proverà sabato 9 novembre l’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sanitaria con un apposito incontro formativo.

L’universo dei giovani, invece, si può provare a leggerlo in modo trasversale sui media vecchi e nuovi. Qualche scampolo appare nelle cronache più tristi dei quotidiani. Molto di più nel multicolore universo parallelo dei nuovi media sociali. Una cronaca professionale, ed una involontariamente autoprodotta, che certamente non esauriscono il racconto delle nuove generazioni, ma sono un buon termometro della situazione.

L’ultimo episodio, molto chiacchierato su Facebook, è quello di una certa pagina costruita con foto rubacchiate dai profili pubblici delle giovani reatine. Gli scatti venivano ripubblicati insieme a commenti discutibili. La protesta della rete ha portato gli autori a fare qualche passo indietro. Alla fine pare che il social network l’abbia chiusa.

La cosa più interessante, però, è che in rete, di fronte a questo scenario, più di un commentatore ha mostrato un certo sgomento. Il fenomeno era inaspettato. Il bisogno di apparire anche a costo dell’insulto ha dato l’impressione di trovarsi di fronte a ragazzi e ragazze a dir poco confusi. Forse su qualche genitore la notizia ha avuto l’effetto di una doccia fredda.

Ma la stampa seria, ovviamente, non ha perso tempo su queste miserie private. Non manca della passione per il buco della serratura, ma preferisce quella del Palazzo di Città. E se proprio non c’è il gossip politico, la denuncia si sposta sui problemi dei lavoratori.

E giustamente: la disoccupazione, di cui del resto parla pure il Papa, è il male più immediato ed evidente per le nuove generazioni. Ma a questo si aggiunge una difficoltà più subdola, meno decifrabile. Le vite dei ragazzi paiono muoversi su un terreno molle, scivoloso, ambiguo. Un panorama indifferenziato rende sempre più difficile distinguere tra le strade che è opportuno o meno percorrere.

Al punto che un bel po’ di decisioni sembrano venir prese semplicemente secondo la moda o, come si dice oggi, la “tendenza” del momento. Da dove arrivi questa forza impersonale che guida le scelte non si capisce bene. Ma sono molti i passi fatti sul filo del “così fan tutti”. E chi non si adegua – oggi più di ieri – finisce isolato. Anche se poi, a conti fatti, soli lo siamo tutti: vincitori e perdenti.

È uno dei paradossi del nostro tempo: il contesto spinge verso una forte omologazione dei costumi, dei gusti, delle opinioni. Ma il cammino è condiviso solo in apparenza: quando si va a stringere ci si accorge che ogni successo, come ogni insuccesso è una questione privata. È praticamente scomparsa qualunque prospettiva comune, qualunque aspirazione ad una felicità allargata, collettiva, condivisa.

Forse, allora, è per questo che i ragazzi e le ragazze costruiscono enormi cataloghi di se stessi in rete, postando dati personali, immagini più o meno pudiche e pensieri in libertà. Il “mi piace” cliccato da uno sconosciuto – ma che ti è “amico” su Facebook – può dare ancora l’illusione di non essere del tutto soli e disperati.

Così vanno le cose. Viene solo da chiedersi come siamo arrivati a questo punto. Che ci sia qualche “padrone” a manovrare la macchina? L’idea, per la verità ci sembra un po’ ridicola. Anche se un grande vecchio cui dare la colpa di tutto talvolta farebbe comodo. E non poco.

2 thoughts on “Rieti, giovani confusi e solitudini di rete”

  1. stefania

    Perfettamente concorde anche se l’analisi è freddamente realistica. A proposito della pagina di fb, non è stata ritirata dagli ideatori ma bloccata dalla Polizia Postale.

  2. Enzo

    La pagina Facebook non è stata bloccata dalla Polizia Postale. Qualcuno ha fatto una segnalazione e Facebook l’ha chiusa.

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